Allegri rilancia il Milan e la Juve resta sospesa tra dubbi e Var

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Il Milan di Allegri decolla dopo la falsa partenza, mentre la Juventus resta in cima alla classifica ma senza certezze. Tra rigori contestati, Var e scelte di mercato discutibili, la Serie A apre nuovi scenari.

Massimiliano Allegri si è ripreso la scena della Serie A. Dopo la brusca caduta con la Cremonese, il suo Milan ha cambiato passo e a Udine ha dato una dimostrazione di forza che non lascia dubbi: nessun “corto muso”, ma una vittoria netta, figlia di idee ritrovate e di un allenatore tornato a godersi il campo senza le distrazioni delle coppe europee. La sensazione è che questo Milan possa davvero ambire al titolo, a patto che Allegri possa contare su una società compatta e presente al suo fianco.

Var e polemiche infinite

Mentre il Milan vola, le polemiche non smettono di scuotere il campionato. Al termine di Genoa-Bologna, Vieira ha lasciato il campo tra le proteste per un rigore che ha condannato i rossoblù. Le sue parole, “così si uccide il calcio”, hanno acceso nuovamente il dibattito sull’uso del Var. Lo strumento resta prezioso, quasi democratico nel ridurre gli errori evidenti, ma le interpretazioni restano tante e controverse. Neppure l’ipotesi di concedere alle panchine una revisione a richiesta sembra sufficiente a spegnere un fuoco destinato a bruciare a lungo.

Juve prima ma fragile

In tutto questo la Juventus chiude la giornata da capolista, pur senza esaltare. Il pari di Verona lascia l’amaro in bocca: la squadra di Igor Tudor non ha ancora un’identità tattica definita, vive soprattutto delle giocate dei suoi campioni e deve fare i conti con una Champions che logora energie e richiede rotazioni efficaci. È lecito chiedersi se Tudor possa essere davvero l’allenatore da scudetto: la risposta, oggi, resta sospesa.

Bologna tra orgoglio e scelte discutibili

Un rigore trasformato da Orsolini e l’orgoglio dei veterani tengono a galla il Bologna, ma le scelte estive continuano a lasciare perplessi. L’arrivo di Bernardeschi convince poco, così come quello di Immobile, già fermato da un grave infortunio. Per ora sono le vecchie certezze, da Castro a Orsolini, a reggere un progetto che appare ancora fragile e in cerca di identità.