La Roma arriva al crocevia di fine settembre con due successi dal peso specifico enorme: il derby con la Lazio vinto in campionato e la trasferta di Nizza in Europa League hanno portato punti, entusiasmo e soprattutto la sensazione che la squadra di Gasperini stia trovando la sua strada. Dopo il passo falso contro il Torino, i giallorossi hanno rialzato la testa, e adesso la sfida con il Verona diventa l’occasione per allungare la striscia positiva e calare un tris che avrebbe un valore tanto pratico quanto psicologico.
Non sarà, però, una gara semplice. Perché se è vero che gli scaligeri non hanno ancora trovato la vittoria in Serie A, è altrettanto vero che le ultime uscite hanno mostrato segnali di crescita: il pareggio con la Juventus, quello con la Cremonese e un atteggiamento sempre battagliero sono indizi di una squadra viva, pronta a vendere cara la pelle anche in un Olimpico caldo e affollato.
Il Verona che ha fermato la Juventus
Per capire con quale spirito si presenterà la formazione di Zanetti, basta guardare alla partita con i bianconeri. Avvio prudente, tutti dietro la linea della palla e baricentro basso, ma senza mai rinunciare all’idea di colpire in contropiede. L’assetto a 3-5-2 ha garantito compattezza difensiva e ordine, con Nelsson bravissimo a limitare Vlahovic e la coppia Giovane-Orban a far male nelle ripartenze. Due attaccanti giovani e sfrontati, capaci di muoversi su tutto il fronte offensivo, cercando profondità e conclusioni rapide.
Il Verona, oltre alle corse dei suoi “Centennials”, si affida molto al lavoro degli esterni. Bradaric e Belghali corrono senza sosta, alternando sovrapposizioni e rientri, mentre i centrocampisti vanno spesso a caccia della seconda palla. Un’arma in più è rappresentata dallo schema su calcio d’angolo studiato per Serdar: battuta sul primo palo, spizzata e inserimento del tedesco sul secondo. Con l’Udinese ha portato un gol pesantissimo, con la Juve solo il VAR ha negato la gioia per un fuorigioco millimetrico.
La Roma e il rischio di sottovalutare
La lezione è chiara: questo Verona sa soffrire, ripartire e rendersi pericoloso anche con poco possesso palla. Proprio per questo, la Roma dovrà imporre da subito ritmo e qualità tecnica, senza lasciare spazi gratuiti. La chiave sarà negli uno contro uno sugli esterni, dove Angelino e Wesley (o chi prenderà il loro posto) dovranno prevalere, e in mezzo al campo, dove Cristante e Koné saranno chiamati a dominare nel duello fisico.
Ma a fare la differenza potrebbe essere la fantasia dei trequartisti, con Soulé in prima fila: l’argentino ha colpi simili a quelli che sabato scorso hanno permesso a Conceicao di fulminare il Verona con il suo sinistro a rientrare. Una giocata che può diventare l’arma per scardinare una difesa altrimenti molto ordinata.
La Roma non può permettersi cali di tensione: la doppia vittoria con Lazio e Nizza ha acceso la speranza, ma ora serve continuità. E Verona, mai come questa volta, rischia di trasformarsi in un avversario da prendere con le pinze. Perché se vincere aiuta a vincere, è proprio in queste partite che si costruisce la mentalità di chi vuole arrivare fino in fondo.