La quinta giornata ha il profumo delle svolte: dodici gol su venticinque portano la firma della nuova generazione, ma il campionato resta una trama dove i maestri non mollano la presa. Il Milan doma il Napoli e accende un terzetto in vetta; Juve, Inter e Atalanta inseguono senza perdere contatto. In mezzo, un’Italia calcistica che mescola entusiasmo e mestiere: le prime volte di Koné, Iannoni, Pio Esposito e Francesco Camarda arrivano nello stesso weekend in cui De Bruyne e Modrić impongono ancora misura e letture da alta scuola.
Vetta accesa, piazze calde e sorprese che durano
La scena d’apertura è tutta per Nico Paz, che sblocca a Como una gara poi rimessa in equilibrio da Baschirotto, ancora di testa, specialità della casa. La Cremonese resta imbattuta e fotografa il coraggio di chi sale e non si spaventa. A Torino, la Juventus impatta sull’Atalanta: Sulemana strappa campo e porta avanti la Dea, Cabal pareggia approfittando di un errore in uscita. Espulsione di De Roon nel finale, ma il filo della partita non si spezza: imbattibilità salvata per i bianconeri, continuità confermata per Juric.

L’Inter archivia il Cagliari con autorità: Lautaro apre presto, prosegue un feeling quasi crudele con i sardi e sale a 117 reti in Serie A, superando Mazzola nella storia nerazzurra del torneo. Poi la cartolina di casa: Francesco Pio Esposito firma il raddoppio su servizio di Dimarco e diventa, a vent’anni appena compiuti, uno dei più giovani italiani a segnare con l’Inter negli anni Duemila. È la linea verde che fa il paio con la terza vittoria di fila tra campionato e Champions.

Al Mapei, il Sassuolo ritrova ossigeno: Laurienté è scintille, lancia Koné per la sua prima in Serie A e prepara il terreno al sigillo di Iannoni dopo la reazione dell’Udinese con Davis. Tre punti che pesano, perché ribaltano inerzie e ridanno fiducia a una squadra che aveva bisogno di ritmo. Il Derby dell’Arno non trova gol, ma trova trame: due legni del Pisa, un gol annullato dal VAR e la Fiorentina che continua a faticare come mai nell’era dei tre punti. Sono numeri che non condannano, ma obbligano a cercare un filo.
All’Olimpico, la Roma di Gasperini è solida, verticale quanto basta e concreta: 2-0 al Verona, con Dovbyk che si sblocca di testa e Soulé che chiude sereno la pratica. Quarta vittoria su cinque, quarta volta nella storia giallorossa con al massimo un gol concesso nelle prime cinque: un dato che parla di organizzazione, concentrazione, continuità.
Poi c’è Lecce–Bologna, dove la storia entra a referto al 90’: Camarda, classe 2008, si butta nello spazio giusto e di testa scrive il 2-2. È il marcatore più giovane di sempre dei salentini in A, e il suo gol vale ossigeno puro dopo settimane dure. Prima di lui, Coulibaly aveva illuso i giallorossi, Orsolini e Odgaard avevano girato la partita per i rossoblù. È la fotografia perfetta del campionato: ragazzi che non tremano e partite che non concedono sonni.

A San Siro, infine, passa il manifesto di chi sa soffrire. Il Milan piega il Napoli: Saelemaekers segna dopo 2’23’’ (il più rapido rossonero dal 2024 e il più veloce contro i partenopei dai tempi di Inzaghi), Pulisic raddoppia su carezza di Fofana; De Bruyne accorcia dal dischetto ma non basta. In mezzo, un Modrić sontuoso – 300 passaggi riusciti in cinque giornate, 169 nella metà campo avversaria, 46 line-breaking – e un Maignan tornato a mettere timbri da punti pesanti. Quinta vittoria consecutiva tra campionato e Coppa Italia, e vetta che profuma di progetto.
Primo squillo Parma, lampi Lazio e una classifica che promette
Al Tardini, il Parma si sblocca: Pellegrino firma una doppietta che ribalta il Torino, più produttivo ma meno cinico. Due tiri nello specchio, due gol: è il cinismo che cambia colonne delle classifiche e delle sensazioni. A Marassi, la Lazio respira forte: Castellanos ancora decisivo, Cancellieri al primo centro biancoceleste in A, Zaccagni mette il punto. Festa anche per le 250 di Cataldi e il ritorno all’assist di Marušić.

Ne esce una classifica corta in alto, con un terzetto che si guarda negli occhi e tre inseguitrici che non mollano la scia. Restano imbattute la Juventus, la Cremonese e l’Atalanta; il resto è un foglio aperto che chiede continuità ai giovani e responsabilità ai grandi. È la Serie A Enilive di questo autunno: entusiasmo e esperienza nella stessa cornice, partite che si risolvono nei dettagli e una sensazione chiara: la corsa, adesso, è davvero partita.