La Fiorentina sprofonda in classifica e vede addensarsi nuvole sempre più scure sul proprio cammino. Dopo nove giornate di Serie A, i viola sono penultimi con soli quattro punti, a +1 dal Genoa fanalino di coda, e ancora senza vittorie. Il 3-0 subito a San Siro contro l’Inter ha confermato la gravità del momento: nessun segnale di reazione, nessuna scossa emotiva, solo un’altra prova opaca in un avvio di stagione che rappresenta il peggior inizio di sempre nella storia del club.
Il peggior avvio della storia viola
I numeri sono impietosi: quattro pareggi, cinque sconfitte, appena sette gol segnati e quindici subiti. Mai, nemmeno negli anni più difficili, la Fiorentina aveva raccolto così poco dopo nove turni nell’era dei tre punti.
Il precedente record negativo risaliva al 1977-78, quando dopo nove gare i punti erano sei.
Oggi, con un solo successo che continua a non arrivare, la squadra di Stefano Pioli si ritrova in una situazione che inizia a farsi preoccupante, con un morale ai minimi e un’identità di gioco smarrita.
Il calendario della Fiorentina
Lecce e Genoa: due scontri da dentro o fuori
Il calendario non lascia spazio a esitazioni. Domenica prossima all’Artemio Franchi arriverà il Lecce, distante appena due punti, per un vero scontro diretto in chiave salvezza. Una sfida da vincere a ogni costo, anche solo per tornare a respirare e allontanare la paura.
Poi sarà la volta del Genoa, altra partita che già profuma di spareggio: la trasferta di Marassi metterà alla prova la tenuta mentale di un gruppo che non riesce più a reagire. Nel mezzo, la Conference League contro il Mainz, unica competizione finora capace di regalare qualche soddisfazione, ma che rischia di diventare un intralcio se la situazione in campionato non migliora rapidamente.
Nessuna scossa, squadra impaurita
Chi sperava in una Fiorentina coraggiosa e determinata contro l’Inter è rimasto deluso. A San Siro, i viola si sono schierati con un 5-4-1 prudente e rinunciatario, tentando solo di limitare i danni. Il piano ha retto per un tempo, ma quando i nerazzurri hanno alzato i ritmi, la squadra di Pioli si è sciolta. Senza un De Gea in versione super, il passivo sarebbe potuto essere ancora più pesante.
Anche Kean, isolato in avanti, ha mostrato tutti i limiti di una manovra offensiva priva di idee e automatismi. Gli esterni non spingono, i centrocampisti non si inseriscono, e la squadra appare spenta e priva di fiducia.
La panchina di Pioli comincia a scricchiolare
La società continua a difendere il proprio allenatore, ma il tempo per le giustificazioni sembra agli sgoccioli.
La Fiorentina aveva fortemente voluto Stefano Pioli, al punto da attendere il suo sì e rinunciare ad altri profili. E Pioli aveva risposto con entusiasmo, rifiutando un’offerta milionaria dell’Al Nassr pur di tornare a Firenze.
Un matrimonio che, sulla carta, prometteva stabilità e ambizione.

Oggi però la realtà è diversa: l’ex tecnico del Milan non è ancora riuscito a dare un’identità alla squadra, e le sue dichiarazioni post-Inter (“Ho promesso mari e monti”) suonano come un’amara autocritica. Se contro il Lecce non dovesse arrivare la vittoria, la panchina potrebbe davvero vacillare, nonostante la stima della dirigenza e il contratto triennale da 3 milioni a stagione.
Una crisi da non sottovalutare
La domanda è inevitabile: la Fiorentina rischia davvero la retrocessione? Guardando la classifica e le prestazioni, sì. Anche se la rosa, sulla carta, non dovrebbe trovarsi in questa situazione.
Con oltre 90 milioni spesi in estate, e giocatori come De Gea, Dodò, Gosens, Fagioli, Gudmundsson, Dzeko e Kean, nessuno avrebbe immaginato un simile crollo. Ma il calcio non fa sconti, e il baratro può diventare reale se non si reagisce subito. La storia insegna: anche squadre con campioni come Batistuta, Effenberg e Laudrup sono cadute in Serie B. Ecco perché la società e l’allenatore dovranno interpretare le prossime due gare non come semplici impegni di calendario, ma come finali da vincere a ogni costo. Solo così la Fiorentina potrà provare a uscire dal tunnel e riscrivere, in meglio, il destino di una stagione cominciata nel peggiore dei modi.




 
			
 
									 
										 
									 
										 
									 
									 
										 
										 
									 
										 
									 
										 
									 
										 
									 
										 
									 
										 
									 
		 
		 
		 
		 
		 
		 
									