Inter, vittoria “alla voce alta”: Lautaro e Bonny abbattono la Lazio, e Conte torna nell’ombra

Redazione
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I gol di Lautaro e Bonny su assist di Dimarco rilanciano i nerazzurri in vetta: tre protagonisti legati, in modi diversi, ad Antonio Conte. Chivu sorride ma guarda già al derby col Milan.

L’Inter “alza la voce”, e lo fa davvero. A San Siro, sulle note del brano Sauti del dj franco-haitiano Francis Mercier, i nerazzurri impongono il proprio ritmo e piegano la Lazio con un netto 2-0 che li riporta in vetta alla Serie A, a pari punti con la Roma, e in linea con la corsa europea dove guidano a punteggio pieno nel girone di Champions League. Una serata d’orgoglio e consapevolezza, suggellata da due reti simboliche: Lautaro Martinez e Ange-Yoan Bonny, entrambi su invenzione di Federico Dimarco. Tre uomini, curiosamente, accomunati da un nome che aleggia sempre nei ricordi nerazzurri: Antonio Conte.

L’ombra di Conte tra passato e presente

È un intreccio ironico del destino. Lautaro, protagonista di un rapporto teso con Conte ai tempi dell’Inter, apre la partita con un gol d’autore: un destro secco sotto l’incrocio, gesto tecnico e rabbia concentrata in un colpo solo.
Il raddoppio nasce invece da un’azione confezionata da due “figli rinnegati” del tecnico salentino: Dimarco, che ai tempi di Conte faticava a trovare spazio, e Bonny, oggi decisivo ma che l’allenatore del Napoli avrebbe voluto portare con sé al Maradona. Tre percorsi intrecciati, tre rivincite sportive che raccontano il nuovo corso nerazzurro.

Bonny
Bonny

Conte, nel frattempo, fa parlare ancora di sé. Dopo il ko del suo Napoli a Bologna, ha usato la solita metafora estrema: “Io non accompagno un morto”. Un modo tutto suo di scuotere l’ambiente, ma che stride con la solidità dell’Inter di Chivu, capace di imporsi con concretezza e leggerezza.

Chivu, continuità e mentalità

L’allenatore rumeno mantiene i piedi per terra: “È presto per guardare la classifica”, ha detto dopo la gara. Ma i numeri parlano da soli: undici vittorie nelle ultime dodici partite, miglior attacco del campionato con 26 gol segnati, e una squadra che gioca con coraggio, pressa alta e non teme di esporsi. Il dato curioso: sono anche 26 i falli commessi contro la Lazio, segno di una squadra aggressiva, a tratti brutale, ma in costante controllo emotivo.

Casa Fuori casa Tutto
Giocate 6 5 11
Vinte 5 3 8
Pareggi 0 0 0
Sconfitte 1 2 3
Casa Fuori casa Tutto
Per Match Total Per Match Total Per Match Total
Goal 2.8 17 1.8 9 2.4 26
Goal concessi 0.7 4 1.6 8 1.1 12
Reti inviolate 0.5 3 0.4 2 0.5 5
Tiri 18.7 112 17.2 86 18 198
Tiri in porta 6.5 39 4.2 21 5.5 60

Verso il derby: la prova della verità

Durante la sosta, Chivu si concederà una breve parentesi americana – assisterà a una partita di football NFL al Bernabeu – prima di concentrarsi totalmente sul derby col Milan, il primo da tecnico della prima squadra.
L’unico vero dubbio riguarda la tenuta tattica: confermare la difesa alta e il pressing forsennato o adottare un atteggiamento più prudente contro le ripartenze di Pulisic e Leao, alimentate dall’intelligenza di Modric?

Dilemmi da grande squadra, perché oggi l’Inter è esattamente questo: un gruppo che non subisce più la partita, ma la comanda. E nel silenzio di chi la aveva costruita a suo modo, Antonio Conte, la creatura nerazzurra continua a crescere, libera e rumorosa.