Hakimi sul trono d’Africa: l’anno perfetto del terzino del PSG e le crepe nell’era Salah

Redazione
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Il laterale marocchino conquista il premio più prestigioso del continente nel segno di un 2025 irripetibile, mentre l’Egitto calcistico osserva la caduta del proprio simbolo

Achraf Hakimi ha vissuto una serata che profuma di consacrazione definitiva. Il terzino del Paris Saint-Germain ha ricevuto il riconoscimento come miglior calciatore africano dell’anno, un traguardo che chiude un cerchio iniziato con la conquista del Triplete e interrotto soltanto dalla finale del Mondiale per club persa contro il Chelsea a New York. Tutto il resto è stato dominio, personalità, continuità: una stagione che ha trasformato un giocatore già affermato in una figura centrale per il calcio del continente.

Nome completo
Achraf Hakimi Mouh
Posizione
Difensore
Squadra attuale
Nazione
Luogo di nascita
Madrid
Data di nascita
Novembre 4, 1998 | 00:00
Età
27
Peso (Kg)
73
Altezza (cm)
181
Stagione: 2025-2026
Partite terminate
13
-
Per Game
Partite iniziate
10
0.8
Per Game
Minuti
970
74.6
Per Game
Goal
2
0.2
Per Game
Assist
3
0.2
Per Game

Sul palco è apparso emozionato, quasi vulnerabile nella sincerità delle sue parole. Ha ringraziato la famiglia, i compagni del PSG, il commissario tecnico del Marocco Walid Regragui. «È un onore enorme, un premio che porterò con me per tutta la carriera», ha detto stringendo la statuetta come fosse un testimone da difendere più che un trionfo da esibire.

Eppure, dietro al sorriso, si nasconde una nota stonata: Hakimi sta recuperando da una distorsione alla caviglia che ha complicato il percorso di avvicinamento alla Coppa d’Africa. Il Marocco, padrone di casa dal 21 dicembre, lo attende come il leader tecnico e carismatico di una generazione che sogna di riportare il trofeo a Rabat dopo quasi cinquant’anni.

Il trionfo di un Paese

La cerimonia ha assunto fin da subito l’aspetto di un manifesto del nuovo potere calcistico marocchino. Ghizlane Chebbak è stata incoronata miglior calciatrice dell’anno dopo essere stata capocannoniere della Coppa d’Africa femminile. Yassine Bounou, ormai figura iconica anche in Arabia Saudita dopo i Mondiali da protagonista, ha ottenuto il premio per il miglior portiere maschile. La nazionale Under 20, fresca di un Mondiale entrato già nella memoria collettiva, è stata votata come miglior squadra africana dell’anno.

Achraf Hakimi
Achraf Hakimi

A completare la serata, il riconoscimento a Othmane Maamma, ventenne del Watford, come miglior giovane calciatore del continente, e quello a Doha El Madani, che ha confermato il proprio titolo al femminile. In panchina la statuetta è finita nelle mani di Bubista, l’allenatore che ha trascinato Capo Verde verso la prima storica qualificazione ai Mondiali 2026, impresa che ha scosso l’intero continente. Nel reparto femminile, la nigeriana Chiamaka Nnadozie ha firmato un incredibile tris consecutivo come miglior portiere.

Salah e il peso del tempo

Mentre il Marocco festeggiava, la serata segnava un punto d’arresto per Mohamed Salah, il grande sconfitto dell’edizione. Non è una caduta improvvisa, ma il riflesso di una stagione vissuta in apnea. Il suo Liverpool appare sfilacciato, privo della ferocia offensiva che aveva reso l’egiziano una delle icone del calcio mondiale. Le sue statistiche lo confermano: meno tiri, meno presenza in area, meno incisività. Un rallentamento evidente per un giocatore abituato a vivere sul filo del record.

Nome completo
Mohamed Salah Hamed Mahrous Ghaly
Posizione
Attaccante
Squadra attuale
Nazione
Luogo di nascita
Muḥāfaẓat al Gharbiyya
Data di nascita
Giugno 15, 1992 | 00:00
Età
33
Peso (Kg)
71
Altezza (cm)
175
Stagione: 2025-2026
Partite terminate
15
-
Per Game
Partite iniziate
13
0.9
Per Game
Minuti
1209
80.6
Per Game
Goal
5
0.3
Per Game
Assist
3
0.2
Per Game

Il malessere non riguarda solo lui. Florian Wirtz, acquistato per illuminare la trequarti, non ha ancora trovato né il primo gol né il primo assist in Premier League. L’impatto fisico del campionato lo sta costringendo a una fase di adattamento più lunga del previsto. Alexander Isak, altra operazione onerosa, ha vissuto un avvio segnato dagli infortuni, spezzando ritmo e fiducia. A tratti è sembrato un giocatore frenato dall’impossibilità di dare continuità agli allenamenti.

Poi c’è Hugo Ekitike, partito a razzo e poi smarritosi tra accelerazioni isolate e prestazioni discontinue. Risultato: il Liverpool arranca a metà classifica, con appena 18 punti che raccontano un avvio di stagione ben lontano dalle aspettative.

Salah fuori? Il dibattito che divide Liverpool

I risultati hanno alimentato un dibattito che fino a qualche mese fa sarebbe sembrato impensabile: Salah deve restare titolare?. Don Hutchison, ex centrocampista dei Reds, non ha usato mezzi termini. Secondo lui, la rinascita del Liverpool potrebbe passare da una rivoluzione dolorosa ma necessaria. «Per inserire Ekitike, Isak e Wirtz servono scelte radicali. E una di queste potrebbe essere lasciare fuori Salah», ha dichiarato.

Mohamed Salah
Mohamed Salah

Nel suo ragionamento c’è una provocazione, certo, ma anche la fotografia di un momento storico. Hutchison immagina un Liverpool con Kerkez e Bradley sulle corsie, Szoboszlai e Gravenberch in mezzo, e il nuovo trio offensivo libero di crescere senza dover convivere con il peso dell’egiziano. «A questo punto devono giocare tutti. Devi dare loro minuti, responsabilità, rischi. Sono il futuro della squadra».

Ha aggiunto, in un passaggio quasi sospeso tra analisi e ammonimento: «La Coppa d’Africa potrebbe essere l’occasione per provare a costruire qualcosa di diverso, capire se l’era Salah è davvero al tramonto oppure ha ancora un’ultima spinta».

Slot e le crepe del nuovo ciclo

Nel frattempo, il tecnico Arne Slot è chiamato a gestire una squadra che fatica soprattutto dove un tempo era inattaccabile. Il Liverpool subisce con una facilità sorprendente, soprattutto rispetto agli anni d’oro di Klopp. Il centrocampo vive una precarietà costante, con i nuovi acquisti che faticano a inserirsi in un sistema che sembra aver perso identità.

Il prossimo ritiro della stella egiziana per la Coppa d’Africa rischia di diventare un crocevia. Senza Salah, il Liverpool potrebbe scoprire nuove soluzioni o precipitare in ulteriori incertezze. Slot dovrà capire se questo gruppo può reggere una transizione così delicata o se serviranno interventi più profondi, tecnici e mentali.

Una certezza, in questa fase, esiste: il presente racconta un Liverpool vulnerabile, mentre il futuro dipenderà dalla capacità del suo allenatore di ridisegnare una squadra che sta pagando il prezzo del cambiamento.