La vittoria del Milan nel derby non ha fatto sorridere solo i rossoneri. Nel silenzio composto di chi conosce il peso del momento, anche la Roma ha festeggiato: la squadra giallorossa è prima in solitaria in Serie A, con 27 punti, davanti a tutte le rivali. Un’immagine rara, quasi dimenticata.
L’ultima volta in cui la Roma comandava da sola la classifica risale al 31 ottobre 2015: in panchina c’era Rudi Garcia, era l’inizio del campionato 2015/16, e i giallorossi volavano alto prima di scontrarsi con la rimonta-scudetto della Juventus.
Quel lontano 2015: una vetta durata poco
Sono passati 3676 giorni, oppure 525 settimane e un giorno. Un’eternità calcistica. L’ultima vetta solitaria maturò alla vigilia dello scontro diretto con l’Inter di Mancini, poi perso 1-0 con la rete di Gary Medel. Da lì, la Roma scivolò al secondo posto insieme alla Fiorentina.
Quella fu anche la stagione dell’addio di Garcia e del ritorno di Spalletti: qualche acuto, tanta discontinuità e il terzo posto finale. Da allora, la Roma non avrebbe più visto la vetta del campionato. Né da sola, né in compagnia.
Dieci anni di sofferenza e speranze tradite
La decade successiva è stata una montagna russa:
- L’era Spalletti con Nainggolan, Salah, Dzeko e l’ultimo Totti,
- la semifinale di Champions del 2018 con Di Francesco,
- l’altalena di posizioni in campionato (5°, 7°, 6°, 6°, 6°, 5°),
- l’uscita quasi stabile dalla zona Champions.
Tanti momenti emozionanti, ma mai abbastanza per tornare a competere davvero per il vertice. Per dieci anni, la Roma non è più riuscita a riaffacciarsi in cima alla Serie A.
L’effetto Gasperini: una squadra che ha ritrovato coraggio
Oggi, invece, la squadra di Gasperini guarda tutti dall’alto. E lo fa con un progetto che, pur non essendo costruito esclusivamente per lo Scudetto, esprime una continuità di rendimento figlia del grande girone di ritorno della scorsa stagione.
I volti di questa Roma sono chiari: Svilar, il portiere più costante del campionato; Soulé, simbolo tecnico ed emotivo; un gruppo che regge anche senza i gol dei centravanti e nonostante gli acciacchi di Dybala; un’identità forte, aggressiva, riconoscibile.
Certo, il percorso resta imperfetto: i due scontri diretti giocati finora — contro Inter e Milan — sono stati entrambi persi. È il segno di una squadra che sta crescendo, ma non è ancora completamente matura per dominare le grandi sfide.
“Quando sei lì, devi sognare”
Gasperini, con il suo pragmatismo che non rinuncia alla poesia, ha sintetizzato il momento dopo la vittoria a Cremona: “Gli ingredienti sono quelli giusti, cerchiamo di aggiungerci spezie e sale. Quando sei in queste posizioni è giusto sognare. Stiamo vivendo questo sogno: finché si può, cerchiamo di allungarlo.”
Parole che raccontano equilibrio e ambizione. La Roma non vuole farsi schiacciare dalla pressione, ma non vuole nemmeno rinunciare a ciò che merita in questo momento: sognare.
Un primo posto che pesa
La vetta solitaria non consegna certezze, ma dona consapevolezza. Per la Roma è un segnale forte, quasi liberatorio: dopo anni di rincorse, cadute e ricostruzioni, la squadra è di nuovo dove una piazza come questa sente di dover stare. Il campionato è lungo, difficilissimo, imprevedibile. Ma una cosa è certa: la Roma è tornata a respirare aria d’alta quota. E, dopo un decennio, questo basta per far esplodere un sogno che vale quanto una vittoria.



