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Roma, big match tabù: terza sconfitta pesante e vertice che sfuma

Redazione
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Analisi tattica

La squadra di Gasperini cade anche contro il Napoli dopo Inter e Milan: zero punti, zero gol e un rendimento che non regge il confronto con le altre big.

La curva aveva provato a scaldare l’atmosfera citando Jovanotti – “La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare” – ma l’incantesimo si è dissolto presto. L’1-0 incassato dal Napoli, firmato da un David Neres sempre più centrale nel progetto di Calzona, ha certificato un problema evidente: la Roma di Gian Piero Gasperini continua a inciampare quando l’avversario è di livello assoluto. E la squalifica del tecnico, sostituito in panchina da Tullio Gritti, non basta come attenuante. È la quarta sconfitta in campionato, la terza all’Olimpico e, soprattutto, la terza consecutiva negli scontri diretti. Numeri che contrastano con un percorso quasi perfetto contro tutte le altre.

Tre sconfitte su tre: un bilancio che racconta molto più dei risultati

Contro Inter, Milan e Napoli, la Roma ha raccolto zero punti e subito tre gol, uno per partita: Bonny, Pavlovic e Neres hanno deciso tre sfide che avrebbero potuto raccontare un’altra storia, ma che alla fine hanno messo a nudo limiti strutturali. In campionato, al netto del ko contro il Torino, la Roma aveva costruito un cammino di alto livello con nove vittorie su dieci. Ma quando il livello si alza, la scintilla si spegne. Ed è questo il dato che più preoccupa nello spogliatoio, più del singolo episodio o della sconfitta isolata.

Zero gol segnati: il dato più allarmante

I risultati sono un problema, l’assenza di gol lo è ancora di più. La Roma non ha segnato neppure una rete nei tre big match giocati. Contro l’Inter Sommer ha risposto presente nelle poche occasioni create. Contro il Milan, tra errori sotto porta e un rigore sbagliato da Dybala nel finale, la squadra ha prodotto tanto ma raccolto nulla. Contro il Napoli, l’idea di gioco c’è stata a tratti, ma senza l’incisività necessaria: Soulé non ha inciso, Ferguson ancora meno, e solo Pellegrini ha dato qualche segnale. Il tutto si intreccia con i problemi offensivi che la Roma si porta dietro da inizio stagione: un centravanti prolifico che manca, infortuni che hanno complicato le rotazioni e l’adattamento forzato di un trequartista – Dybala o Baldanzi – a ruolo di falso nove.

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Gasperini: “Partite diverse, ma questa è stata più sottotono”

A fine partita Gasperini è apparso lucidissimo nell’analisi: “Sia con Inter che con Milan abbiamo fatto buone prestazioni, c’è stato anche il rigore nel finale che purtroppo abbiamo sbagliato. Stasera invece è stata una gara più sottotono. Il ritmo è stato più lento da parte di entrambe le squadre. Non avevamo l’energia nervosa giusta.” Il tecnico ha invitato a non drammatizzare, ricordando che il calendario offre tempo per ripartire: “Dopo una partita così devi prendere insegnamenti e guardare alla prossima.”

Il confronto con le altre big: Roma fanalino di coda

Tra le squadre d’alta classifica la Roma è l’unica ad aver raccolto zero punti negli scontri diretti. Il Milan ha vinto contro Napoli, Roma e Inter e ha pareggiato con la Juventus. La Juve ha battuto i nerazzurri. L’Inter, pur tra alti e bassi, ha comunque conquistato successi importanti. Solo la Roma è rimasta a secco. È un segnale evidente di un percorso di crescita ancora incompleto. L’arrivo di Ranieri aveva iniziato a correggere la rotta; l’arrivo di Gasperini ha cambiato mentalità e struttura di gioco. Ma il salto decisivo, quello che porta una squadra a competere davvero per lo Scudetto, non è ancora compiuto.

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La classifica cambia, l’obiettivo si complica

La sconfitta con il Napoli ha avuto un effetto immediato sulla classifica: dalla leadership solitaria la Roma è scivolata al quarto posto, affiancata dall’Inter. Milan e Napoli hanno allungato, e il Bologna – impegnato contro la Cremonese – potrebbe inserirsi nel gruppo Champions. Il prossimo appuntamento ad alta quota sarà il 20 dicembre contro la Juventus, all’Allianz Stadium. Ma prima c’è un altro test da non sottovalutare: il Como del 15 dicembre, che per rendimento e organizzazione si è ormai guadagnato lo status di avversario ostico. Se la Roma vuole davvero restare in corsa per lo Scudetto – parola già sussurrata dopo Cremona – deve invertire la rotta. Perché così, il titolo non si sogna: si allontana.

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