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Serie A, l’anno delle punte smarrite: Lautaro unico faro mentre le big cercano gol altrove

Marta Visconti
Marta Visconti - Collaboratore
6 Min Read
Analisi tattica

Crisi diffusa dei centravanti: gli infortuni, i blackout sotto porta e le nuove gerarchie che premiano trequartisti e seconde punte. Lautaro resta l’unica vera certezza del campionato.

Ogni volta che qualcuno lo dà per spento, Lautaro Martinez reagisce nello stesso modo: segnando. È una sua lingua madre, un istinto, una sorta di contro-narrazione vivente alle critiche cicliche che lo accompagnano da anni. A Pisa ha firmato un’altra doppietta, pesantissima per l’Inter e rassicurante per sé stesso, anche se contro un’avversaria lontana anni luce dal livello dei big match che ancora rappresentano il suo tallone d’Achille. Ma nel pomeriggio dell’Arena Garibaldi, più che la risposta dell’argentino, si è vista un’altra verità: Lautaro è rimasto l’unico centravanti “vero” a incidere davvero tra le big del nostro campionato. Le altre, semplicemente, stanno cercando i gol altrove.

Nome completo
Lautaro Javier Martínez
Posizione
Attaccante
Squadra attuale
Nazione
Luogo di nascita
Bahía Blanca
Data di nascita
Agosto 22, 1997 | 00:00
Età
28
Peso (Kg)
72
Altezza (cm)
174
Stagione: 2025-2026
Partite terminate
17
-
Per Game
Partite iniziate
16
0.9
Per Game
Minuti
1219
71.7
Per Game
Goal
10
0.6
Per Game
Assist
2
0.1
Per Game

Una classifica marcatori mai vista

Sei gol in tredici giornate bastano oggi per essere capocannoniere. Non era mai accaduto nella storia recente della Serie A. L’ultimo precedente simile, e con numeri comunque superiori, risale al 2021/22, quando Vlahovic e Immobile viaggiavano già in doppia cifra a questo punto del torneo. Oggi siamo in un altro mondo. Lautaro guida un gruppo di inseguitori che non riesce nemmeno ad avvicinarsi a un ritmo normale per chi lotta lo Scudetto. Da Pulisic a Leao, da Calhanoglu a Nico Paz, tutti si fermano a quota cinque. E il paradosso è lampante: il solo centravanti “di ruolo” che regge la baracca è l’argentino.

Paulo Dybala
Paulo Dybala

Centravanti in crisi ovunque

È un dato che non riguarda solo l’Inter. La Juventus, ad esempio, ha un Vlahovic ritrovato emotivamente ma ancora intermittente nei numeri: appena tre gol in campionato. David e Openda non sono neppure partiti. Nei momenti chiave, la squadra di Spalletti si è aggrappata alle invenzioni di Kenan Yildiz, non alle punte.

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Il discorso non cambia per il Napoli. L’assenza di Romelu Lukaku, fermo dall’estate, ha tolto ai campioni d’Italia l’unico attaccante in grado di garantire continuità. Hojlund è generoso, crea spazi, fa salire la squadra, serve assist – ma non segna. L’ultima rete in Serie A risale a inizio ottobre. Senza Lukaku, il Napoli si regge sulle accelerazioni di Neres e sui lampi di Lang e Politano.

La Roma vive una realtà ancora più emblematica: tre scontri diretti giocati, tre sconfitte, zero gol. Dovbyk non ha ancora trovato la dimensione che aveva in Liga. Ferguson si è sbloccato solo a Cremona dopo un anno intero senza reti di club. Dybala da falso nove è una soluzione d’emergenza, non un’alternativa stabile.

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E poi c’è Gimenez, uno dei più attesi tra i nuovi volti della Serie A, subito frenato da un avvio horror: un solo gol in Coppa Italia, pali, imprecisione e ora un infortunio che lo terrà fuori per settimane. Un quadro desolante, che spiega perché la corsa al titolo abbia cambiato forma.

Kenan Yildiz
Kenan Yildiz

La Serie A scopre il gol lontano dal numero nove

Nell’anno forse più povero di centravanti, cresce il peso specifico di chi gioca alle loro spalle. Le big stanno costruendo la propria produzione offensiva con seconde punte, trequartisti, esterni tecnici e giocatori che gravitano tra le linee. Il Milan, dopo l’infortunio di Gimenez, ha riscoperto la coppia “fluidificante” Pulisic-Leao, entrambi a quota cinque. La Juventus vive di Yildiz, vero faro creativo e realizzativo nei momenti più complicati. Il Napoli ha ritrovato un protagonista inaspettato in David Neres, improvvisamente decisivo in campionato e in Champions. Alla Roma, Soulé è diventato indispensabile molto più dei numeri nove che dovrebbero guidare l’attacco. È un nuovo paradigma: alla fine segnano quelli che partono da dietro.

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Lautaro Martinez
Lautaro Martinez

Lautaro, favorito naturale. E l’Inter con lui

In mezzo a questa crisi collettiva, Lautaro rimane un riferimento. Non sempre brillante, spesso discusso, ma presente, continuo, affidabile. Segna più degli altri, sbaglia meno degli altri, si infortuna meno degli altri. È la differenza fondamentale. E allora il sillogismo è semplice: se l’unica punta realmente prolifica è la tua, e se le tue rivali devono inventarsi i gol con trequartisti e ali, tu parti con un vantaggio naturale. Non decisivo, ma reale. L’Inter ha un’arma che le altre non hanno. E ora che Lautaro ha spento di nuovo le polemiche a suon di reti, ha tutta l’intenzione di usarla per restare agganciato alla corsa Scudetto.

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