Doveva essere una partita dal fascino tattico, quasi un metaforico passaggio di consegne tra chi, come Cesc Fabregas, era stato vicino alla panchina nerazzurra, e chi quella panchina l’ha realmente ereditata, Cristian Chivu. La realtà, però, si è incaricata di cancellare qualsiasi narrazione romantica: l’Inter ha dominato dall’inizio alla fine, trasformando l’atteso confronto in un manifesto di forza.
La gara si accende subito, con Barellla che dopo tre minuti sfiora il vantaggio, murato dall’uscita coraggiosa di Butez. È l’immediata dichiarazione d’intenti di un’Inter che ha deciso di non concedere respiro.
Lautaro sblocca e allunga il suo personale primato
Il primo squillo arriva da chi non tradisce mai. La combinazione Barella-Lautaro apre il campo a Luis Henrique, devastante nella corsa e lucido nel rientrare sul sinistro per offrire un assist che chiede solo di essere spinto in porta. Lautaro Martínez non sbaglia e firma un gol che non è soltanto l’1-0, ma la trentesima squadra colpita in Serie A dal capitano nerazzurro dal suo arrivo nel 2018. Un marchio di fabbrica sempre più pesante.
Il Como prova a restare in partita con l’ingresso forzato di Douvikas, chiamato a sostituire un Morata costretto al cambio dalla solita fitta muscolare. La squadra di Fabregas cresce, conquista campo e accende qualche scintilla sul finale del primo tempo, ma lì si inceppa. È la costante della loro serata: presenza, volontà, ma una cronica mancanza di concretezza negli ultimi venti metri.
Il Como spreca la palla della svolta, l’Inter chiude la porta e poi la partita
La ripresa sembra poter cambiare il copione. Una manovra costruita con precisione chirurgica da sinistra verso destra libera Rodriguez, che mette il pallone perfetto per Douvikas: due passi, porta spalancata, Sommer fuori causa. Eppure il greco manda alto, in uno degli errori più clamorosi della stagione. È la scintilla che non si accende.
L’Inter risponde come fanno le grandi squadre: punisce. Sul corner successivo, un pallone vagante trova Marcus Thuram, quasi sorpreso di trovarsi lì. Basta un tocco sporco per il 2-0 che spezza le gambe al Como nel loro momento migliore.
Da qui in avanti, la squadra di Chivu gioca sul velluto.
Calhanoglu e Carlos Augusto completano il trionfo
La pressione nerazzurra aumenta e diventa furia. Una riconquista feroce nella trequarti avversaria spalanca il campo a Mkhitaryan, che rifinisce per Calhanoglu. Il turco si prende il tempo, carica il destro e lo incastona nell’angolo basso. È il 3-0 che certifica il dominio.
Nei minuti finali c’è spazio anche per il 4-0: Dimarco inventa, Sucic lascia scorrere con un velo d’autore, Carlos Augusto chiude il cerchio con un sinistro che manda il pubblico in festa. L’Inter non aveva bisogno di mettere il punto esclamativo, ma ha deciso di farlo lo stesso.
La serata dei protagonisti: Lautaro leader, Luis Henrique in crescita
Lautaro Martínez si prende il titolo di uomo-copertina, non solo per il gol ma per la leadership totale che esprime nel cuore della manovra offensiva. Luis Henrique vive una delle sue migliori notti milanesi, mentre la sicurezza di Bastoni certifica la stabilità del reparto arretrato.
L’unico brivido arriva dalla zona di Akanji, meno pulito in uscita rispetto agli standard, ma senza effetti collaterali.
Sul fronte Como, il migliore è Diao, l’unico davvero in grado di cambiare ritmo. Addai fatica a trovare lucidità, Nico Paz resta in bilico tra talento e timidezza, Douvikas spreca l’occasione che avrebbe potuto riaprire tutto.
Tabellino e marcatori
Inter-Como 4-0
Marcatori: 11’ Lautaro Martínez, 59’ Thuram, 81’ Calhanoglu, 86’ Carlos Augusto.



