Il Marsiglia arriva alla pausa invernale con una classifica che invita a guardare in alto. Terzo in campionato, a cinque punti dal sorprendente Lens capolista, ancora pienamente in corsa per i playoff di Champions League e con una finale di Supercoppa contro il Paris Saint-Germain all’orizzonte, l’OM ha davanti a sé una stagione che può ancora diventare memorabile. Un contesto che pochi mesi fa sembrava lontano. E che oggi porta una firma precisa: Roberto De Zerbi.
Una stagione ancora tutta da giocare
I numeri raccontano di una squadra viva su più fronti. In Ligue 1, il Marsiglia resta agganciato al treno di testa. In Europa, la posizione in classifica consente di puntare all’accesso ai playoff di febbraio. In Coppa di Francia, il cammino prosegue con i trentaduesimi alle porte. E a gennaio, in Kuwait, c’è la possibilità concreta di alzare un trofeo. Per una piazza che non vince il campionato dal 2010, l’aria è tornata elettrica. E il merito va a una rivoluzione che ha cambiato volto e ambizioni della squadra.
La scossa firmata De Zerbi
L’arrivo dell’allenatore bresciano ha riacceso una città esigente e passionale. Il suo calcio, fatto di possesso, riaggressione e controllo del gioco, ha restituito identità a una squadra che sembrava averla smarrita. Non è solo una questione di risultati, ma di sensazioni. De Zerbi divide, come ha sempre fatto. Il suo approccio comporta rischi, espone a errori, non cerca compromessi. E non piace a tutti. Ma ha conquistato spogliatoio e tifosi, anche con dichiarazioni che hanno acceso il clima, come quella alla vigilia del PSG: “Rappresentano il potere e a me non piace”. Una frase che sintetizza il personaggio. E che rende inevitabile una verità: ora sarà giudicato dai risultati.
Un progetto che chiede sostegno
Il club non ha mai fatto mancare appoggio all’allenatore, né dentro né fuori dal campo. Ma gennaio diventa un passaggio cruciale. Perché la squadra regge, ma la coperta è corta. E le ambizioni rischiano di scontrarsi con la realtà di una rosa che gira spesso sugli stessi uomini. La qualità è cresciuta, l’esperienza anche. Non tutte possono contare su un talento come Mason Greenwood, già decisivo con numeri importanti tra campionato e Champions. Ma il calendario è fitto e gli imprevisti non mancano.
Tra infortuni e rotazioni limitate
Le difficoltà sono evidenti. Gli infortuni hanno ridotto le alternative, come nel caso di Gouiri, fermato a ottobre e atteso solo a gennaio inoltrato. Altri giocatori sono ormai fuori dal progetto e destinati a lasciare Marsiglia, mentre alcuni giovani di talento devono ancora completare il proprio percorso di crescita. Il risultato è una gestione complicata delle rotazioni, che rischia di pesare nella seconda metà della stagione, proprio quando si decide tutto.
Un mercato senza grandi spese
Il direttore sportivo Mehdi Benatia è chiamato a un esercizio di creatività. Il budget è limitato, non ci sono margini per investimenti pesanti. La linea è chiara: prestiti intelligenti, operazioni sostenibili, soluzioni temporanee che possano alzare il livello senza compromettere i conti. È la strada già percorsa in estate, con formule come il prestito con diritto o il prestito oneroso. E sarà probabilmente anche la bussola di gennaio.
Gennaio come spartiacque
Il mese che sta per iniziare dirà molto. Dirà se il Marsiglia può davvero sognare in grande o se dovrà limitarsi a gestire un buon percorso. Dirà se il progetto De Zerbi ha basi sufficienti per reggere su più competizioni. E dirà, soprattutto, quanto il club crede davvero nella possibilità di tornare a vincere. La classifica invita all’ambizione. Il campo chiede rinforzi. Gennaio non sarà solo un mercato: sarà una dichiarazione di intenti.
