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Redazione
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Juventus-Roma, per Spalletti non è mai una partita come le altre

Dalla gloria giallorossa alla rottura con l’ambiente: la storia di Luciano Spalletti a Roma passa inevitabilmente dal caso Totti.

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Juventus-Roma è una sfida che pesa come un macigno sugli equilibri del campionato. Tre punti possono rilanciare la Juventus nella corsa Scudetto o tagliarla fuori dai giochi più ambiziosi, mentre per la Roma rappresentano l’occasione per consolidare una candidatura pesante alle prime posizioni. Ma c’è un protagonista che questa partita la vivrà con un carico emotivo diverso da tutti gli altri: Luciano Spalletti. Per lui Roma non è mai stata, e non sarà mai, una partita come le altre.

Luciano Spalletti e Francesco Totti
Luciano Spalletti e Francesco Totti

La prima esperienza: l’ascesa e l’innovazione

Spalletti arriva sulla panchina giallorossa nell’estate del 2005 dopo un triennio brillante all’Udinese. La Roma è reduce da stagioni confuse e continui cambi di guida tecnica, ma in pochi mesi il tecnico toscano ne trasforma l’identità. Introduce il 4-2-3-1, impone un calcio moderno e soprattutto reinventa Francesco Totti come centravanti atipico. Una mossa che segna un’epoca: 26 gol nel 2006/07, Scarpa d’Oro e una Roma capace di giocarsela alla pari con l’Inter dei record. In quattro stagioni arrivano due Coppe Italia, una Supercoppa Italiana, undici vittorie consecutive in campionato e due quarti di finale di Champions League. Spalletti conquista anche tre Panchine d’Oro consecutive, lasciando la Capitale nel 2009 con un rimpianto enorme: lo Scudetto 2007/08 sfumato per appena tre punti.

Il ritorno del 2016: risultati e fratture

Il secondo capitolo giallorosso si apre nel gennaio 2016. La Roma richiama Spalletti dopo l’esonero di Rudi Garcia e lui risponde con una rimonta impressionante: 46 punti nel girone di ritorno, terzo posto e qualificazione Champions. La stagione successiva è persino migliore sul piano numerico: 87 punti, 90 gol segnati e secondo posto finale. Eppure, qualcosa si incrina. I rapporti con la società si fanno tesi, quelli con la tifoseria ancora di più. Nonostante i risultati, l’ambiente diventa progressivamente ostile.

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Luciano Spalletti e Francesco Totti
Luciano Spalletti e Francesco Totti

Il caso Totti: dalla stima alla rottura

È qui che la storia di Spalletti a Roma cambia definitivamente volto. Nella prima esperienza, il rapporto con Totti era stato di fiducia e stima reciproca: il tecnico ne aveva esaltato il talento, prolungandone la grandezza. Nel 2016, però, tutto si ribalta. La gestione del capitano negli ultimi mesi di carriera diventa un caso nazionale. Spalletti privilegia il progetto e il campo, la tifoseria si schiera in massa con il simbolo della romanità. Le tensioni crescono, le parole diventano ferite difficili da rimarginare. Alla fine della stagione 2016/17 lasciano entrambi: Totti smette di giocare, Spalletti saluta la Roma. Da quel momento, la percezione del tecnico nella Capitale cambia radicalmente.

Da avversario: il ritorno con cicatrici aperte

Da allora Spalletti ha ritrovato la Roma solo da avversario. Le 211 panchine in Serie A alla guida dei giallorossi restano un numero impossibile da cancellare, così come i fischi che hanno accompagnato il suo addio. Negli ultimi anni, però, il tecnico ha imparato a convivere con quel passato. Contro la Roma ha costruito risultati solidi, vincendo anche le sfide più recenti, comprese quelle della stagione dello Scudetto con il Napoli. Ora, da allenatore della Juventus, Spalletti torna ad affrontare il suo passato più ingombrante. Per lui non è solo una partita di campionato: è una resa dei conti emotiva, una storia mai davvero chiusa che torna a bussare proprio allo Stadium.

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