Fede, famiglia e calcio. Nel racconto di Tarik Muharemovic non c’è separazione tra l’uomo e il calciatore. Ogni tappa della sua carriera è stata una scelta ponderata, spesso sofferta, ma sempre guidata da principi chiari. Nato in Slovenia, cresciuto in Austria, bosniaco nel cuore, oggi difensore del Sassuolo, Muharemovic porta con sé una storia che va ben oltre il rettangolo verde.
Dalla Bosnia alla Juventus: il giorno che cambiò tutto
A raccontarlo è lui stesso, ricordando il momento in cui la sua vita prese una direzione precisa. Una convocazione con la Bosnia Under 19, una partita osservata quasi per caso, e poi quella telefonata del padre che cambia ogni prospettiva: la Juventus lo vuole. Da lì in avanti, nessun dubbio. Altre offerte arrivano, ma vengono ignorate. La Juve non è solo un club, è un traguardo simbolico. Un approdo che rappresenta il “grande salto” e che segna definitivamente il suo percorso in Italia.
L’aneddoto su Ronaldo e l’impatto con la prima squadra
Il destino, ironico come spesso accade nel calcio, fa sì che pochi giorni dopo la sua firma arrivi l’addio di Cristiano Ronaldo. Un episodio che oggi racconta con leggerezza, ma che all’epoca aveva il sapore di una coincidenza quasi beffarda. Ancora più forte, però, è l’impatto con lo spogliatoio bianconero. Allenarsi con la prima squadra significa misurarsi subito con un livello mentale e tecnico altissimo. Ed è qui che arrivano le prime lezioni vere.
Bonucci e Chiellini, maestri silenziosi
Non tutti i grandi insegnano allo stesso modo. Leonardo Bonucci lo colpisce per personalità e carisma, per quell’aura che trasmette sicurezza a chi gli sta accanto. Giorgio Chiellini, invece, lo conquista con il sorriso, con l’istinto difensivo e con quell’esultanza rabbiosa dopo un salvataggio che Muharemovic sente già sua. Sono dettagli, ma nel calcio di alto livello sono proprio i dettagli a fare la differenza.
Soulé e Yildiz: talento puro
Tra i giovani, il difensore bosniaco non ha dubbi. Matías Soulé lo impressiona per qualità tecniche e movimenti, mentre Kenan Yildiz rappresenta qualcosa di diverso. Yildiz, racconta, “si trasforma quando prende palla”. Un talento che cambia ritmo, postura, intensità. Affrontarlo in allenamento è stato un incubo calcistico, uno di quelli che ti fanno sperare di avere sempre lo stesso colore di maglia.
Gli avversari più duri: fisicità e intelligenza
Alla domanda sull’avversario più difficile affrontato, Muharemovic sorprende. Non un centravanti classico, ma Scott McTominay, incontrato contro il Napoli. Un centrocampista ovunque, capace di dominare fisicamente e mentalmente la partita. Poi arrivano i nomi più scontati, quelli che ancora deve affrontare o che ha visto solo da lontano: Lautaro Martínez, Marcus Thuram. Test futuri, inevitabili, per chi vuole crescere davvero.
Da attaccante a difensore: una scelta obbligata
La sua trasformazione in difensore non è stata indolore. Da ragazzo giocava davanti, voleva segnare, creare, decidere le partite. Poi la crescita fisica, il cambio di ruolo imposto quasi per necessità, le prime resistenze. Alla fine, però, accetta la sfida. E non torna più indietro. Capisce che difendere non è rinunciare, ma interpretare il gioco da un’altra prospettiva. Una scelta che oggi sente completamente sua.
Sassuolo, futuro e sogni
Il presente si chiama Sassuolo, con un contratto lungo e una fiducia che sente concreta. Il futuro, invece, resta aperto. La Champions League è l’obiettivo dichiarato, la Serie A un campionato che lo affascina, la Premier League un sogno condiviso da molti. E poi c’è il bambino che tifava Barcellona, come suo padre, litigando in famiglia con chi stava dalla parte opposta. Perché alla fine, anche quando diventi professionista, certi ricordi non se ne vanno mai. Muharemovic lo sa: il calcio può portarti lontano, ma restare fedele a se stessi è la vera vittoria.
