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Redazione
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Liverpool, l’incubo dei calci piazzati che sta frenando Slot

Numeri pesanti e un problema strutturale sulle seconde palle: così la Premier League sta mettendo a nudo una fragilità inattesa dei Reds

Analisi tattica
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Il dato è lì, nudo, e non lascia spazio a interpretazioni comode. Nel cuore dell’inverno inglese, il Premier League sta raccontando una storia scomoda per il Liverpool: troppe reti incassate da palla inattiva, più di chiunque altro nei cinque maggiori campionati europei. Dodici gol, rigori esclusi. Un numero che pesa come una sentenza e che spiega perché, nonostante prestazioni spesso convincenti nel gioco aperto, la squadra di Arne Slot continui a perdere terreno. Il problema non è nuovo, ma sta diventando cronico. Anche contro il Wolverhampton Wanderers, l’ennesimo segnale: corner, area affollata, difesa che respinge una prima volta e poi si smarrisce. Gol subito. Scene già viste, riviste, metabolizzate male.

Una sottovalutazione che il campo non perdona

All’inizio Slot aveva provato a ridimensionare la questione, parlando dei calci piazzati come di un dettaglio, quasi un’appendice del gioco. Un approccio che oggi suona fuori tempo massimo. La Premier League vive anche, e spesso, soprattutto su queste situazioni. Lo hanno dimostrato, una dopo l’altra, squadre come Newcastle United, Manchester United, Manchester City e Tottenham Hotspur, capaci di colpire sempre nello stesso punto debole. Se la classifica fosse stilata considerando soltanto la differenza reti generata dai calci piazzati, il Liverpool sarebbe fanalino di coda. Un paradosso, per una squadra costruita per competere ai massimi livelli.

Corner: il vero buco nero

Il focus si stringe soprattutto sui calci d’angolo. Sette gol subiti da corner: peggio hanno fatto solo gli West Ham United. Slot stesso ha parlato di una frequenza difficilmente giustificabile a questi livelli. Eppure, l’analisi approfondita restituisce un quadro meno banale di quanto sembri.

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Il paradosso delle seconde palle

Il Liverpool, infatti, raramente perde il primo duello aereo. Il dato sull’xG difensivo resta relativamente contenuto proprio perché il primo impatto viene spesso gestito. Il problema arriva subito dopo. Nella confusione che segue la respinta iniziale, la linea si disunisce, le marcature saltano, l’attenzione cala. È qui che nasce il vero cortocircuito, come ha ammesso senza giri di parole Virgil van Dijk. Le seconde palle diventano terreno fertile per gli avversari, che trovano spazio, tempo e lucidità mentre i Reds restano un mezzo secondo indietro. Un attimo, nel calcio inglese, equivale a una condanna. L’esempio più emblematico resta il gol decisivo segnato da Harry Maguire: non il classico colpo di testa sul corner, ma un’azione riciclata, un cross arrivato dopo la prima respinta, con il secondo palo colpevolmente sguarnito.

La priorità di Slot

Non è solo una questione di assetto, né esclusivamente di centimetri. È un problema di reazione, di lettura, di concentrazione collettiva. Slot lo sa, e sa anche che senza una correzione rapida questo difetto rischia di diventare identitario. Il Liverpool può ancora sistemare molte cose lungo la stagione. Ma finché i calci piazzati resteranno una ferita aperta, ogni partita porterà con sé lo stesso sospetto: basta un corner, una palla vagante, e tutto può crollare. Nel modo più doloroso possibile.

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4 Gennaio 2026-16:00
Premier League | Giornata 20
Fulham
Liverpool
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