Il rientro non è stato annunciato con clamore, né accompagnato da dichiarazioni ad effetto. Ronald Araujo è tornato ad allenarsi con il Barcellona dopo un mese di stop concordato con il club, necessario per affrontare un periodo delicato legato alla salute mentale. Una pausa vera, lontana dai riflettori, pensata prima di tutto per rimettere ordine lontano dal campo. Il difensore uruguaiano aveva scelto di fermarsi quando la pressione era diventata difficile da gestire. Non un infortunio muscolare, non un problema fisico. Qualcosa di meno visibile, ma non per questo meno serio.
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— FC Barcelona (@FCBarcelona) December 29, 2025
Un percorso condiviso con il club
La decisione era maturata in pieno accordo con la dirigenza blaugrana, che aveva concesso ad Araujo una sorta di aspettativa protetta. L’obiettivo era chiaro: permettergli di ritrovare equilibrio e serenità prima ancora della condizione atletica. In Spagna, la notizia aveva fatto rumore proprio per la sua rarità. Fermarsi, ammettere il problema, prendersi tempo. Secondo quanto riportato dai media locali, la situazione si trascinava da settimane, con episodi riconducibili ad attacchi d’ansia. Il punto di rottura sarebbe arrivato a novembre, durante una serata europea complicata.
La notte di Stamford Bridge
L’espulsione nel primo tempo contro il Chelsea, in UEFA Champions League, aveva segnato profondamente Araujo. Al Stamford Bridge, il Barcellona era rimasto in dieci per un’intera ripresa, travolto poi 3-0. Un episodio che aveva amplificato il peso psicologico già accumulato dal difensore. Da lì, la scelta di fermarsi davvero.
Lontano dal calcio, per ritrovarsi
Durante la pausa, Araujo ha lasciato la Spagna. Un viaggio a Gerusalemme, la visita ai luoghi sacri, momenti di raccoglimento lontani dalla quotidianità del calcio. Poi il ritorno in Uruguay, per trascorrere le festività con la famiglia. Nessun programma atletico serrato, nessuna tabella di rientro anticipata. Solo tempo.
Di nuovo in campo, ma senza fretta
Dopo circa un mese, il difensore è tornato ad allenarsi con i compagni in una seduta a porte aperte, accolto dai tifosi. Un segnale positivo, ma non una linea d’arrivo. Il suo rientro tra i convocati non è imminente e il Barcellona non ha alcuna intenzione di accelerare i tempi.
Quando si parla di salute mentale, il club lo sa bene, non esistono scorciatoie. Il fatto che Araujo sia tornato a lavorare in gruppo è una buona notizia, ma non equivale a un problema archiviato. La priorità resta una sola: che il giocatore torni a sentirsi davvero pronto, prima ancora che disponibile. Il Barcellona aspetta. Senza pressioni. E, forse per una volta, è questa la vittoria più importante.



