Atalanta, crisi nera e panchina bollente: Juric resta ma la fiducia è appesa a un filo

Redazione
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Dopo il 3-0 incassato dal Sassuolo, la Dea precipita al tredicesimo posto: la società per ora conferma l’allenatore, ma la sosta può cambiare tutto.

Lo 0-3 interno contro il Sassuolo ha scoperchiato la crisi dell’Atalanta. Un ko pesante, arrivato appena pochi giorni dopo l’illusorio successo di Marsiglia in Champions League, che ha riportato i nerazzurri bruscamente alla realtà. Berardi, con una doppietta, e Pinamonti hanno firmato un successo netto per il Sassuolo, mentre la squadra di Ivan Juric è apparsa spenta, disordinata e priva di reazione. Il pubblico del Gewiss Stadium ha fischiato a lungo, segno di un malcontento ormai tangibile.

Juric nel mirino, ma la società per ora non cambia

Le voci di esonero si sono subito rincorse, ma da Bergamo non arrivano segnali in questa direzione.
La dirigenza atalantina mantiene la linea della fiducia, ribadita anche dopo la vittoria europea di Marsiglia: nessun ribaltone immediato, almeno per ora. Tuttavia, la pazienza comincia a ridursi. La squadra ha raccolto appena 13 punti in 11 giornate, con un tredicesimo posto che brucia, soprattutto se paragonato al rendimento delle stagioni precedenti.

La sosta come crocevia decisivo

Il campionato si ferma per la sosta delle nazionali, e per l’Atalanta sarà un momento di riflessione.
Il club sfrutterà la pausa per valutare con calma il futuro, analizzando numeri e prestazioni. Nulla, però, può essere escluso. Il prossimo impegno sarà il 22 novembre al Maradona contro il Napoli, un test durissimo che potrebbe segnare il destino di Juric: un’altra sconfitta aggraverebbe ulteriormente la situazione.

Le parole di Juric: “La responsabilità è mia”

Dopo la gara, Juric non ha cercato scuse, riconoscendo le proprie colpe: “La responsabilità è sempre dell’allenatore, nel bene e nel male. Quando la squadra gioca male come oggi o a Udine, è colpa mia. Mi dà fastidio vedere giocatori che, dopo grandi prestazioni come contro il Milan o il Marsiglia, crollano completamente pochi giorni dopo.” Un’ammissione lucida, ma che non basta a placare le critiche.

Peggior avvio in carriera

I numeri non mentono: per Juric questo è il peggior inizio di sempre in Serie A. Con 13 punti in 11 giornate, la sua Atalanta è dietro a squadre come Cremonese, Udinese e Sassuolo, e ha perso la brillantezza che da anni contraddistingue la Dea. Un dato emblematico, considerando che appena dodici mesi fa la formazione di Gasperini viaggiava nelle zone europee con 22 punti e un gioco riconoscibile. La società per ora tiene la barra dritta, ma la sosta di novembre rappresenta un bivio. Juric gode ancora di un credito interno, ma il margine d’errore è praticamente azzerato. Se a Napoli non arriverà una reazione, la Dea potrebbe voltare pagina.