Juric prende in mano l’Atalanta: tra eredità e nuove certezze

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C’era da aspettarselo: l’Atalanta di Ivan Juric non poteva partire a razzo. Non quando raccogli un’eredità come quella di Gian Piero Gasperini, capace di trasformare per quasi un decennio la squadra bergamasca in una realtà stabile del calcio italiano ed europeo. Serviva tempo, serviva pazienza. E ora che le prime settimane di rodaggio sono alle spalle, il lavoro del tecnico croato comincia finalmente a restituire segnali concreti.

Le due gare iniziali, contro Pisa e Parma, hanno rappresentato un passaggio necessario: due pareggi, qualche mugugno e il dubbio che la macchina nerazzurra potesse incepparsi senza il suo vecchio condottiero. Poi, però, la svolta. Le vittorie con Lecce e Torino hanno restituito fiducia, entusiasmo e soprattutto gol: sette realizzati, appena uno incassato. Un cambio di passo netto, ottenuto nonostante una vera e propria emergenza infortuni che ha privato Juric di uomini chiave.

Emergono volti nuovi e vecchie conoscenze

Perché se perdere in sequenza Kolasinac, Scalvini, Ederson, Scamacca e De Ketelaere non bastava, a Torino il destino ha voluto togliere in mezz’ora anche Hien e Zalewski. Eppure, proprio da quella difficoltà, l’Atalanta ha tratto forza. In otto minuti, tre gol e partita chiusa. Protagonisti? I nuovi acquisti chiamati a dare risposte. Nikola Krstovic, atteso come un bomber da venticinque milioni, ha timbrato due volte, mentre Kamaldeen Sulemana, pagato poco meno, ha acceso la scena con un gol e un assist.

Ma non è tutto. Juric ha ritrovato un Samardzic ispirato, finalmente al centro della manovra con un assist e un palo che grida vendetta. Ha riabbracciato Lookman, reinserito dopo una lunga telenovela, che con appena sette minuti in campo ha già fatto capire quanto potrà essere utile nel prosieguo della stagione.

Un cantiere che prende forma

L’unica macchia, per ora, resta la pesante sconfitta in Champions contro il Paris Saint-Germain, ma il percorso europeo non cancella le sensazioni positive di questo avvio. Otto punti in quattro partite, nessuna sconfitta e un’anima che sta tornando a battere forte. Juric non ha la bacchetta magica, e non poteva averla, ma la sua Atalanta comincia a correre. E con l’infermeria che presto si svuoterà, il margine di crescita resta ampio.

Il futuro dirà se questa Dea saprà davvero rinascere sulle ceneri del gasperinismo, ma una cosa è certa: a Bergamo è già tornato il vento dell’ottimismo.