L’ultima Coppa d’Africa ha portato in finale Nigeria e Costa d’Avorio, le stesse nazioni che rappresentano due pilastri simbolici dell’Atalanta, uno in attacco e uno in difesa. Un dettaglio che oggi diventa attualità concreta, perché l’assenza di Ademola Lookman obbliga i nerazzurri a rimettere mano all’assetto offensivo. Il calendario concede tempo. Una settimana senza impegni ufficiali, poi domenica sera, alle 20.45, la trasferta di Genova contro il Grifone. Palladino può riflettere, provare soluzioni, valutare uomini e incastri. Le alternative non mancano, ma nessuna ricalca davvero il profilo del nigeriano.
Lookman, non solo numeri
Tre gol e un assist in sedici presenze non raccontano fino in fondo l’impatto di Lookman. Il suo contributo è stato spesso strutturale, più che statistico. Dribbling, accelerazioni, capacità di aprire spazi e accendere le giocate di De Ketelaere e Scamacca, oggi nel loro momento migliore. Dopo un’estate agitata, segnata da voci di mercato e da un possibile approdo all’Inter, Lookman aveva ritrovato centralità. Poi la partenza per la Coppa d’Africa ha interrotto bruscamente il filo. Nel tridente nerazzurro resta ora un vuoto sulla corsia sinistra, che va colmato senza snaturare l’equilibrio offensivo. Palladino ha diverse carte, ma nessuna è una replica. Ogni scelta porta con sé un’idea diversa di Atalanta. Ed è proprio questo il nodo della settimana.
Sulemana e Maldini, le soluzioni più dirette
Giocano nello stesso ruolo di Lookman e, almeno sulla carta, sono i sostituti più naturali. Sulemana, più di Maldini, è stato spesso preferito nelle rotazioni quando il nigeriano aveva bisogno di rifiatare. Il problema è fisico: il ghanese arriva da un infortunio che lo ha tenuto ai box fino a pochi giorni fa. I postumi distrattivi di primo grado all’ileopsoas destro consigliano prudenza. Il rientro è previsto tra la vigilia della gara di Genova e i giorni immediatamente successivi, ma nessuna forzatura: il suo apporto sarà fondamentale sul lungo periodo. Se Sulemana non dovesse essere pronto, la maglia potrebbe toccare a Maldini. Per lui sarebbe una prova importante, quasi una chiamata decisiva. Palladino conosce bene il suo percorso e lo ha già rilanciato in passato, ma la sensazione è che si tratti di un’ultima occasione. A gennaio, il suo futuro potrebbe essere altrove.
Pasalic e Samardzic, soluzioni meno ortodosse
Le alternative non finiscono sulla fascia. Pasalic e Samardzic rappresentano opzioni diverse, utili soprattutto per ridisegnare la struttura della squadra. Il croato resta un jolly prezioso, spesso impiegato a centrocampo insieme a Brescianini per gestire le energie di Ederson e De Roon, chiamati a reggere ritmi sempre più pesanti. Con Samardzic, invece, Palladino ha iniziato un esperimento intrigante. Nell’ultima uscita è stato impiegato da quinto, largo sulla fascia, e proprio da quella posizione è nata l’azione decisiva contro il Cagliari. Senza Bellanova, l’allenatore sta valutando soluzioni ibride, capaci di garantire ampiezza ma anche pericolosità dalla distanza. “Mi aveva stuzzicato in settimana”, ha spiegato Palladino, sottolineando come al serbo piaccia partire largo per poi accentrarsi. Una scelta che non sostituisce Lookman, ma ne compensa l’assenza con un’idea diversa di gioco.
Una scelta che dirà molto
Senza Lookman, l’Atalanta non perde solo un uomo, ma un principio offensivo. La settimana che porta a Genova servirà a capire quale direzione intende prendere Palladino: continuità con interpreti simili, oppure adattamento attraverso soluzioni più ibride. La Coppa d’Africa toglie un riferimento, ma apre anche uno spazio. Riempirlo nel modo giusto sarà il primo vero banco di prova di questo nuovo corso.
