L’Atalanta guarda al mercato invernale con un’idea precisa: rafforzare l’attacco senza appesantire la rosa, intervenendo dove serve e alleggerendo altrove. Una linea condivisa dalla dirigenza e da Raffaele Palladino, che sta tracciando una rotta chiara in vista di una seconda parte di stagione ancora tutta da costruire. La situazione sugli esterni, almeno per ora, sembra meno urgente del previsto. Ademola Lookman, inizialmente indicato come possibile partente a gennaio, potrebbe alla fine restare. La Coppa d’Africa, che lo terrà lontano per una parte consistente del mercato, e la scelta di Palladino di non forzare cambiamenti immediati hanno congelato ogni riflessione. La fascia sinistra nerazzurra, salvo imprevisti, potrebbe restare invariata fino a giugno. Il problema, però, è più centrale. Davanti Scamacca è troppo solo, e le alternative finora non hanno garantito continuità.

Maldini tra segnali positivi e mercato aperto
La posizione di Daniel Maldini resta una delle più delicate. Palladino crede nel suo talento, lo ha già dimostrato rilanciandolo in passato e concedendogli spazio anche recentemente, come a Genova, dove lo ha schierato dal primo minuto. La prestazione ha offerto spunti incoraggianti: una crescita evidente, una punizione guadagnata e l’azione che ha portato alla superiorità numerica, mettendo in difficoltà Wladimiro Falcone e aprendo varchi interessanti. Eppure, non basta. Come vice Lookman, Maldini è ancora lontano dall’affidabilità richiesta a una squadra che deve risalire la classifica e rientrare nella corsa europea. Serve più esperienza, più concretezza. Con Kamaldeen Sulemana ormai recuperato dall’infortunio e pronto a rientrare nelle rotazioni, Maldini rischia di scivolare indietro nelle gerarchie già dalla prossima gara contro l’Inter. Per questo resta sul mercato: un prestito a gennaio, magari a Torino o Fiorentina, potrebbe offrirgli continuità e minuti utili alla crescita.
Brescianini, talento fuori ruolo
Diverso il discorso per Marco Brescianini. Palladino ne apprezza l’impegno e la disponibilità, ma la sua collocazione resta un rebus. Nell’idea del tecnico nerazzurro non è un attaccante, bensì un centrocampista. A Bergamo, però, lo spazio è ridotto, almeno fino all’estate, schiacciato dalla concorrenza di Ederson, Pasalic, De Roon e Musah. In un centrocampo a tre, Brescianini potrebbe rendere molto di più. È una convinzione che Palladino non ha mai nascosto. Non a caso il suo nome è finito sul taccuino del Cagliari, società con cui i rapporti sono ottimi dopo l’operazione Palestra. Con minutaggio e fiducia, anche lui potrebbe rilanciarsi e rivalorizzarsi entro giugno.

Serve un’alternativa vera a Scamacca
Il punto più sensibile resta però il ruolo di centravanti. Gianluca Scamacca viene da un anno complicato, segnato dagli infortuni, e con un calendario fitto di partite decisive Palladino vorrebbe una rotazione più solida. L’idea di affiancarlo stabilmente a Nikola Krstovic non convince fino in fondo. L’investimento da 25 milioni non ha ancora prodotto il rendimento atteso e l’utilizzo in coppia resta limitato agli ultimi spezzoni, quando c’è una partita da ribaltare a ogni costo. Da qui prende corpo una nuova ipotesi. Tra Bergamo e Sassuolo esiste un rapporto storico e consolidato, e sul tavolo sta nascendo l’idea di uno scambio di prestiti semestrali. Il nome è quello di Andrea Pinamonti, profilo seguito da tempo e considerato fisicamente e tatticamente un prototipo da Atalanta. I numeri parlano per lui: 4 gol e 3 assist in 15 giornate, movimento continuo, capacità di far salire la squadra e di aprire spazi per i compagni. Il mercato nerazzurro, insomma, non promette rivoluzioni. Ma un’aggiustata mirata, sì. Perché per restare in corsa su tutti i fronti, l’Atalanta ha bisogno di qualcosa in più. E Palladino lo sa bene.





