In una serata complicata come quella del Dall’Ara contro la Juventus, il Bologna trova almeno una certezza da cui ripartire. Il segnale più incoraggiante arriva da Nicolò Cambiaghi, che anche nel contesto di una prestazione collettiva opaca riesce a lasciare un’impronta chiara. L’esterno classe 2000 mostra lampi del suo miglior repertorio, quello che lo rende difficile da contenere quando riesce a strappare sulla corsia sinistra. Lo hanno capito presto McKennie e Kalulu, spesso costretti a raddoppi e interventi ruvidi pur di spezzarne le accelerazioni. Un dettaglio che racconta più di tante statistiche.
Intensità e continuità in una gara difficile
Nel complesso grigio della prova rossoblù, Cambiaghi emerge per intensità, corsa e spirito di sacrificio. Non sempre lucido nell’ultima scelta, ma costantemente dentro la partita, capace di garantire ampiezza e profondità. In una gara che ha messo a nudo i limiti del Bologna nei duelli e nella gestione dei momenti chiave, il suo è stato uno dei pochi rendimenti continui. Una prestazione che rafforza la convinzione alla base dell’investimento fatto dal club nell’estate 2024, quando su precisa indicazione di Vincenzo Italiano il Bologna ha deciso di puntare su di lui con decisione, investendo circa 10 milioni di euro.
Alle spalle il periodo più buio
Il percorso di Cambiaghi non è stato lineare. La rottura del crociato aveva rallentato bruscamente la sua crescita, trasformandolo per mesi in un’incognita, più che in una risorsa. Il rientro è stato graduale, accompagnato da alti e bassi inevitabili, ma oggi il quadro è diverso. La fiducia sta tornando, così come la condizione atletica, e le prestazioni iniziano a raccontare di un giocatore di nuovo incisivo. I gol faticano ancora ad arrivare, ma il contributo offensivo non manca.
Gli assist come segnale di maturità
Se il tabellino dei marcatori resta avaro, quello degli assist parla invece chiaro. Cinque già messi a referto tra campionato ed Europa, con la sensazione che il bottino potesse essere più ricco anche contro la Juventus. Cambiaghi crea, rifinisce, mette in difficoltà le difese: numeri che certificano una crescita reale, non episodica. È il segnale di un esterno che sta imparando a leggere meglio le situazioni, scegliendo quando accelerare e quando servire i compagni.
Il ruolo centrale nel Bologna di Italiano
Sulla fascia sinistra la concorrenza non manca, con Rowe e Dominguez pronti a giocarsi le proprie carte. Eppure, quando Cambiaghi è in condizione, Italiano sembra avere pochi dubbi: il titolare è lui. Perché garantisce equilibrio, lavoro senza palla e una spinta costante che dà senso all’intero sistema offensivo. Per completare il salto definitivo manca solo un passaggio: ritrovare continuità sotto porta. È lì che si misura la differenza tra un buon esterno e un giocatore totale. Ed è anche da lì che può aprirsi, nel medio periodo, uno scenario azzurro. Contro la Juventus il Bologna ha perso. Cambiaghi, però, ha vinto un’altra piccola sfida personale. E in certi percorsi di crescita, è da quelle che si riparte.



