Anfield trattiene il fiato fino all’ultimo respiro, poi esplode in un’ovazione liberatoria. In una stagione già segnata da scivoloni casalinghi dolorosi, il Liverpool si aggrappa al gesto atletico più inatteso: Federico Chiesa, schierato largo e spesso lontano dall’area, rientra fino quasi sulla linea di porta e salva i Reds da un ko che avrebbe avuto il sapore di una resa. Una chiusura disperata, istintiva, da difensore consumato, che tiene in piedi una squadra ancora in cerca di sé stessa. La partita contro il sorprendente Sunderland termina 1-1, ma l’immagine che resta impressa è quel recupero al 93’, quando tutto Anfield già temeva l’ennesima notte amara.
Il botta e risposta nella ripresa
A decidere il ritmo di una gara fin lì bloccata è stata l’ultima mezz’ora. Il Sunderland ha pescato il jolly con Talbi, bravo a gelare Anfield con un colpo che ha certificato una stagione finora straordinaria per la squadra di Le Bris. Il Liverpool ha risposto con orgoglio, trovando il pari a otto minuti dalla fine grazie all’autorete di Mukiele, episodio che sembrava riaprire un finale a trazione offensiva. E così è stato: i Reds hanno spinto con forza, ma quella scelta di sbilanciarsi avrebbe potuto trasformarsi in un autogol emotivo devastante.
Chiesa, un recupero che vale come un gol
Nel terzo minuto di recupero, il rischio si materializza. Il portiere del Sunderland, Roefs, scaglia un lancio lungo che trova Isidor in campo aperto. Il francese scappa via, brucia la metà campo con la testa bassa, salta Alisson in uscita e apre il piattone verso una porta ormai sguarnita. La storia, però, non è ancora scritta. Dal nulla, Federico Chiesa piomba sulla traiettoria, si immola a un passo dalla linea e mura il tiro che avrebbe condannato il Liverpool all’ennesima sconfitta interna. Un gesto tecnico e atletico che va oltre il semplice intervento difensivo: è un atto di sopravvivenza, il simbolo di un gruppo che, pur arrancando, non smette di lottare. L’ovazione di Anfield è spontanea, genuina, quasi commossa. Chiesa, arrivato per dare imprevedibilità offensiva, si ritrova eroe inatteso in un ruolo che non gli appartiene, ma che interpreta con un istinto da fuoriclasse.
Un pareggio che non cancella i dubbi
Per il Liverpool è il primo pareggio stagionale in Premier League dopo sette vittorie e sei sconfitte. Un cammino irregolare, figlio di una fragilità che spesso si manifesta proprio tra le mura di Anfield, un tempo fortezza inespugnabile. Il punto conquistato mantiene i Reds all’ottavo posto con 22 punti, ma incombe lo spettro del sorpasso del Manchester United, distante appena una lunghezza e atteso dal match casalingo contro il West Ham. La squadra di Slot – o meglio, la squadra che prova ancora a riconoscersi in un’identità smarrita – mostra lampi di coraggio, ma continua a vivere sul filo.
Sunderland, la favola che non vuole fermarsi
Dall’altra parte, la neopromossa Sunderland continua a stupire. Il pareggio di Anfield conferma una tendenza ormai chiara: la squadra di Le Bris non è una comparsa, ma una realtà già proiettata verso l’Europa. Sesta in classifica, a un solo punto dalla zona Champions, gioca senza paura, col coraggio di chi non ha nulla da perdere e il talento di chi ha già imparato a prendersi ciò che sogna.



