Quarant’anni dopo l’ultima volta in Serie A, Como e Cremonese si ritrovano faccia a faccia in un derby che profuma di storia. Allo stadio Sinigaglia finisce 1-1, con i rimpianti che si dividono in due: i lariani, incapaci di capitalizzare il vantaggio, e i grigiorossi, che non hanno sfruttato la superiorità numerica nel finale.
L’illusione di Nico Paz
Fabregas sorprende ancora nelle scelte: niente Morata dal primo minuto, spazio al greco Douvikas con i giovani Rodriguez e Paz alle sue spalle. La Cremonese di Nicola deve invece rinunciare ad Audero all’ultimo e si affida a Silvestri, davanti coppia leggera con Johnsen e Bonazzoli.
Il Como impone fin da subito il suo palleggio, ispirato al modello catalano, mentre la Cremonese prova a colpire in ripartenza. La pressione lariana cresce col passare dei minuti e al 32’ arriva il gol che scalda l’Olimpico del Lario: invenzione di Douvikas che libera Rodriguez, assist preciso e Nico Paz firma l’1-0. È il settimo sigillo in stagione per l’argentino, ormai leader tecnico e simbolico della squadra di Fabregas. Prima dell’intervallo, però, Baschirotto sfiora già il pari di testa, preludio a ciò che accadrà nella ripresa.
La risposta della Cremonese
Nella seconda metà Nicola cambia volto alla sua squadra inserendo Vazquez e Sanabria. E proprio il “Mudo”, con un corner calibrato alla perfezione, regala a Baschirotto la palla giusta: zuccata imperiosa e 1-1. Il Como accusa il colpo, ma non rinuncia a spingere. Paz sfiora il bis, Douvikas impegna Silvestri, ma la porta grigiorossa regge.
E quando la partita sembra prendere una direzione equilibrata, ecco l’episodio che pesa: Jesus Rodriguez, nervoso e ingenuo, colpisce Terracciano a palla lontana. L’arbitro, richiamato dal Var, non ha dubbi: espulsione e Como in dieci. Gli ultimi minuti diventano una battaglia di nervi, ma senza vere occasioni.
Un pari che lascia rimpianti
Alla fine il tabellino dice 1-1. La Cremonese resta imbattuta e si gode un punto che la mantiene in zona Europa, il Como invece recrimina ancora una volta per non aver saputo chiudere la partita quando ne aveva l’occasione. Un derby lombardo che non ha vincitori, ma che riporta alla memoria le sfide di Bianchi e Mondonico negli anni Ottanta. E che, soprattutto, ricorda a entrambe le squadre quanto la Serie A non perdoni leggerezze.