Il futuro di Denzel Dumfries torna al centro delle dinamiche di mercato dell’Inter. Il recente cambio di agente, il terzo nel giro di pochi anni, non è un dettaglio burocratico ma un segnale chiaro di riposizionamento strategico. Il terzino olandese, legato ai nerazzurri ma attento alle opportunità, guarda con sempre maggiore interesse a un’uscita che potrebbe materializzarsi tra gennaio e l’estate del 2026, anno chiave anche in vista del Mondiale nordamericano.
Il segnale del cambio agente
Il passaggio di Dumfries da Jorge Mendes ad Ali Barat è una mossa che pesa. Già in estate, con l’ingresso nell’orbita Mendes, il giocatore si attendeva sviluppi concreti in uscita, alimentati anche dal tema della clausola rescissoria che aveva animato il dibattito interista. L’addio non si è però concretizzato, spingendo l’olandese a rivedere ancora una volta la propria rappresentanza. Secondo le ricostruzioni di mercato, il cambio non nasce da frizioni con il club, ma dalla volontà di preparare il terreno per una cessione strutturata, capace di soddisfare tutte le parti coinvolte.
Ali Barat e le nuove prospettive
La scelta di Ali Barat racconta ambizioni precise. L’agente è protagonista di operazioni di primo piano nelle ultime sessioni, con trattative di peso tra Italia, Inghilterra e Spagna. Un profilo in grado di muoversi su palcoscenici internazionali e di intercettare club pronti a investire su un esterno completo, fisico e abituato ai grandi palcoscenici. Per Dumfries, il messaggio è netto: il prossimo snodo della carriera non sarà improvvisato, ma costruito con largo anticipo.
Il 2026 come anno spartiacque
Nella visione del giocatore, il 2026 rappresenta l’orizzonte naturale dell’addio. Non tanto gennaio, quanto soprattutto l’estate, quando tornerà attiva la clausola rescissoria da 25 milioni di euro, valida per tutto il mese di luglio. Una cifra considerata accessibile sul mercato internazionale e che potrebbe favorire l’arrivo di più pretendenti. L’idea di Dumfries è chiara: ricevere proposte in linea con quel valore, lasciando però all’Inter margine di manovra per trattare e scegliere la soluzione più vantaggiosa.
Professionalità e presente nerazzurro
Nel frattempo, il rapporto con l’Inter resta solido sul piano professionale. Al netto del problema alla caviglia che lo sta limitando, Dumfries continua a garantire impegno e rendimento, consapevole di essere un elemento importante nello scacchiere nerazzurro fino all’ultimo giorno. Nessuna rottura, dunque, ma una pianificazione lucida del futuro.
Le contromosse dell’Inter
In Viale della Liberazione, il dossier esterni è aperto da tempo. Tra i profili monitorati c’è Marco Palestra, classe 2005 di proprietà dell’Atalanta e attualmente in prestito al Cagliari, cresciuto in un percorso che piace molto agli osservatori nerazzurri. Restano sullo sfondo altre opzioni, da Norton-Cuffy a suggestioni estere che portano a Pedro Porro, a conferma di un lavoro di scouting già avviato. L’Inter non vuole farsi trovare impreparata: se Dumfries dovesse davvero salutare nel 2026, il dopo è già oggetto di riflessione. Tra cambio agente, clausole e strategie incrociate, il futuro di Dumfries sembra tracciato più nelle tempistiche che nella destinazione. Il 2026 si avvicina come l’anno della scelta, in un equilibrio delicato tra ambizioni personali e interessi del club. Un addio annunciato? Forse no. Ma di certo, un addio sempre meno improbabile.



