In estate il nome di Claudio Echeverri aveva acceso più di un riflettore a Trigoria. Il “Diablito”, talento argentino di proprietà del Manchester City, era stato indicato come uno dei profili ideali per la nuova Roma di Gasperini, un investimento tecnico e prospettico. Oggi, però, il suo presente è il Bayer Leverkusen e la realtà tedesca, almeno per ora, non coincide con le aspettative costruite nei mesi del mercato.
Dal sogno Roma al bivio Bayer
Quando Echeverri ha accettato il trasferimento al Bayer, la convinzione era chiara: trovare più spazio, crescere in un contesto organizzato e misurarsi con un calcio di alto livello senza restare ai margini. Il bilancio di questi primi mesi, invece, è ben diverso.
Il “Diablito” ha collezionato otto presenze complessive, con una sola da titolare in Bundesliga e altre due apparizioni in Champions League. Nel tabellino figura appena un assist, accompagnato da tanta panchina, anche nella notte europea contro il Manchester City, club che detiene il suo cartellino.
In estate i Citizens avevano immaginato per lui un percorso diverso, con un passaggio in prestito al Girona, altra società della galassia City Group. Echeverri, però, guardava in un’altra direzione: l’idea di inserirsi nella Roma in costruzione, con Gasperini in panchina, lo convinceva più di qualunque altra opzione.v

Il corteggiamento giallorosso e l’inserimento del Bayer
Nei giorni più caldi del mercato si è consumato un braccio di ferro sotterraneo. Da una parte Echeverri e il suo entourage, convinti che la Roma potesse offrirgli minuti, fiducia e un contesto tecnico ideale per esprimersi subito. Dall’altra Guardiola e la dirigenza del City, orientati a instradarlo verso la Spagna, a Girona, seguendo il modello già sperimentato con altri giovani come Vitor Reis.
Quando la distanza tra desideri del giocatore e piani del club inglese sembrava insanabile, si è inserito il Bayer Leverkusen, pronto a chiudere con la formula del prestito secco. Una soluzione di compromesso: il City manteneva il controllo sul cartellino, il ragazzo andava in una squadra protagonista in Europa, la Roma restava sullo sfondo. Oggi, però, quell’avventura tedesca non assomiglia al trampolino che il “Diablito” immaginava. Il minutaggio è limitato, la concorrenza alta e la sensazione è che il talento argentino sia ancora ai margini del progetto.

Guardiola, frecciata all’agente e rapporti incrinati
La situazione si è ulteriormente colorata di sfumature polemiche alla vigilia della sfida di Champions tra Bayer Leverkusen e Manchester City. In conferenza stampa, a Pep Guardiola è stato chiesto perché Echeverri stia trovando così poco spazio con la squadra tedesca. La risposta dello spagnolo è stata carica di sarcasmo. Guardiola ha ribadito di avere una stima enorme per il giocatore sotto il profilo tecnico, ma ha liquidato la questione con una battuta che pesa: per capire cosa stia succedendo a Leverkusen, ha detto, bisognerebbe chiedere al “suo bellissimo agente”.
Una frase breve, ma sufficiente a lasciare intravedere una frattura mai del tutto ricomposta. Già in estate, nella gestione dell’operazione, si era creata una spaccatura tra il club inglese e l’entourage del ragazzo. Oggi quella crepa sembra ancora lì, irrisolta, con il futuro del “Diablito” sospeso tra scelte tecniche, gerarchie interne e una carriera che, a dispetto del talento, non ha ancora trovato il contesto giusto per decollare. La Roma, intanto, osserva a distanza. Quel treno è passato, almeno per ora. Ma se il Bayer non dovesse diventare davvero casa, il nome di Echeverri potrebbe tornare a rimbalzare nei corridoi di Trigoria come uno di quei rimpianti che il mercato, prima o poi, ripropone sotto forme nuove.




