Un filo diretto che arriva da lontano, dai tempi della Roma, e che oggi torna a riemergere nel cuore del mercato invernale. Daniele De Rossi osserva, riflette, sonda. Edin Dzeko ascolta. L’idea, ancora allo stato embrionale, è chiara: portare esperienza, leadership e gol al Genoa nella seconda parte di stagione. Non è una trattativa avviata, ma una suggestione concreta, che nelle ultime ore ha iniziato a circolare con insistenza negli ambienti di mercato.
Un legame che nasce a Trigoria
De Rossi e Dzeko non sono semplici ex compagni. Hanno condiviso quattro stagioni alla Roma, dal 2015 al 2019, vivendo spogliatoio, pressioni e ambizioni comuni. Un rapporto di stima reciproca, costruito sul campo e rimasto intatto nel tempo. Oggi uno è allenatore, l’altro un centravanti esperto che valuta il proprio futuro. In mezzo, la possibilità di ritrovarsi a Genova, in un contesto diverso ma con obiettivi chiari: solidità, identità, salvezza da blindare.
I primi contatti e il nodo economico
Secondo le indiscrezioni, i primi contatti esplorativi sono stati avviati per capire la fattibilità dell’operazione nei prossimi sei mesi. Il Genoa si muove con prudenza, consapevole che il principale ostacolo non è tecnico. Il nodo è l’ingaggio. Dzeko percepisce 1,5 milioni di euro netti a stagione più bonus, una cifra importante per gli standard rossoblù. Qualsiasi apertura dovrà passare da un compromesso economico e da una valutazione condivisa sul ruolo del giocatore nel progetto.
La situazione di Dzeko alla Fiorentina
Arrivato a Firenze la scorsa estate a parametro zero dal Fenerbahce, Dzeko ha firmato un contratto annuale con opzione. L’impatto, finora, è stato contenuto: 17 presenze complessive e 2 gol, entrambi in Conference League. Numeri che non raccontano tutto, ma che aprono interrogativi sul suo impiego e sulla centralità nel progetto viola. Da qui l’ipotesi di una separazione anticipata, qualora si presentasse un’opportunità ritenuta coerente per tutte le parti.
Una mossa di esperienza per il Genoa
Per De Rossi, Dzeko rappresenterebbe molto più di un rinforzo offensivo. Sarebbe una guida per il reparto, un riferimento per i più giovani, un profilo capace di leggere i momenti della partita e gestire la pressione. Il Genoa, dal canto suo, non ha fretta. Valuta. Pesa costi e benefici. Ma l’idea di affidarsi a un centravanti di questo calibro, anche solo per sei mesi, resta sul tavolo. Per ora è una chiamata appena accennata. Se diventerà una risposta concreta, lo dirà gennaio. E, come spesso accade nel mercato, decideranno i dettagli.
