Ci ha messo pochissimo a smettere di essere una sorpresa. Giovane Santana do Nascimento, per tutti semplicemente Giovane, è entrato in punta di piedi nella Serie A e ne è diventato in fretta uno dei nomi più osservati. Merito di un percorso ormai familiare a Hellas Verona, che da anni trasforma intuizioni esotiche in capitali tecnici e finanziari. Il classe 2003 brasiliano ha portato con sé tutto ciò che il campionato italiano fatica a produrre in casa: tecnica naturale, cambio di passo, personalità precoce. Non è sembrato spaesato nemmeno per un attimo. Gli è mancato, inizialmente, solo il dettaglio che nel calcio pesa più di ogni altro.
Quando arrivano i gol, cambia tutto
Nelle prime nove giornate Giovane aveva convinto senza segnare. Giocava, saltava l’uomo, accendeva la manovra, ma il tabellino restava fermo. Poi lo scatto decisivo. Tre gol nelle ultime sei partite di campionato, cinque delle quali da titolare, a cui si sommano tre assist. Numeri che raccontano uno step mentale prima ancora che tecnico. È in quel momento che un talento smette di essere interessante e diventa contendibile. E infatti, da lì in poi, il telefono del Verona ha iniziato a squillare con più insistenza.
Inter e Napoli: strategia d’attesa
Tra chi osserva con calma ci sono Inter e Napoli. I nerazzurri, oggi coperti in attacco, guardano a Giovane come un investimento per l’estate. L’idea di bloccarlo già a gennaio, in vista del 2026, è circolata, ma è rimasta sul piano delle valutazioni. Nessun affondo, almeno per ora. Posizione simile quella del Napoli. Il club di Aurelio De Laurentiis monitora il profilo, ne apprezza le caratteristiche, ma pensa a un inserimento più avanti, quando il quadro offensivo sarà ridisegnato. È la linea della prudenza. Legittima, ma rischiosa.
Roma e Atalanta: chi può, prova subito
Diverso l’approccio di Roma e Atalanta. Qui il tempo è una variabile meno comoda. La Roma deve intervenire davanti e vuole farlo presto per consegnare a Gian Piero Gasperini almeno uno, se non due innesti offensivi. I nomi principali restano quelli più pesanti, Raspadori, Zirkzee, ma Giovane è entrato nel discorso. Anche perché esiste una carta spendibile: Tommaso Baldanzi, profilo che il Verona apprezza e che potrebbe facilitare un’operazione incrociata. L’Atalanta, dal canto suo, ragiona in prospettiva ma con possibili urgenze. L’eventuale uscita di Lazar Samardžić aprirebbe spazio e Giovane è un profilo coerente con la filosofia della Dea: giovane, rivendibile, immediatamente utile.
Il Milan e l’ipotesi effetto domino
C’è poi una pista più indiretta ma non meno concreta: il Milan. I rossoneri hanno già inserito Niclas Füllkrug, ma il mercato di gennaio resta fluido. Le voci su una possibile uscita di Christopher Nkunku, corteggiato dal Fenerbahçe, potrebbero costringere Massimiliano Allegri a chiedere un altro innesto. In quel caso, accanto a nomi più ingombranti come Icardi o Darwin Núñez, anche Giovane entrerebbe nella short list. Con un vantaggio non secondario: costo ancora gestibile e margini enormi.
Il Verona osserva, ma non ha fretta
Dal canto suo, il Verona sa di avere il coltello dalla parte del manico. Giovane è valorizzato, inserito, protetto. Venderlo a gennaio significherebbe monetizzare subito, ma anche rinunciare a un asset che può crescere ancora. Tenerlo fino all’estate potrebbe alzare ulteriormente l’asticella. È il solito bivio, ma con una certezza: il nome è segnato. Giovane non è più solo una scoperta. È già una questione di mercato. E nel calcio italiano, quando mezza Serie A guarda nella stessa direzione, vuol dire che qualcuno, presto, sarà costretto a muoversi per primo.









