Nel momento più complesso della stagione, l’Inter ha scoperto che il suo vero tesoro è a centrocampo. Senza Mkhitaryan, fermo per un risentimento muscolare, Cristian Chivu ha trovato in Petar Sučić e Piotr Zielinski due risposte che vanno oltre le aspettative: entrambi in gol, entrambi protagonisti di prestazioni solide e mature.
Due partite, due vittorie, due segnali chiari. Contro la Fiorentina è toccato al giovane croato illuminare San Siro con una rete di rara bellezza e personalità. A Verona, pochi giorni dopo, è stato invece il turno del polacco, tornato al gol con la naturalezza di chi non ha mai smesso di crederci. In casa nerazzurra, il centrocampo sembra improvvisamente ricco di idee, energia e talento.
Sučić, personalità e tecnica da veterano
L’ex Dinamo Zagabria ha impiegato pochissimo a convincere tutti. Contro la Fiorentina ha realizzato il suo primo gol in maglia Inter, un capolavoro costruito e rifinito da solo, con una naturalezza che non appartiene ai debuttanti. Ma il vero successo di Sučić sta altrove: nella capacità di leggere le linee di passaggio, di muoversi in armonia con i compagni e di adattarsi al gioco corale che Chivu predica.

“È un ragazzo intelligente, capisce il calcio e lo vive con semplicità”, ha confidato l’allenatore rumeno dopo la gara. In un’Inter che aveva bisogno di freschezza, Sučić ha portato ossigeno, ritmo e tecnica pura.
Zielinski, esperienza e leadership ritrovata
Non meno significativa la prova di Piotr Zielinski, che contro l’Hellas ha firmato la terza rete stagionale con la maglia dell’Inter, la quarantacinquesima in carriera in Serie A. Una conclusione elegante, in pieno stile Zielinski, nata da uno schema da corner perfetto. Ma al di là del gol, è stato il suo atteggiamento a fare la differenza: dinamico, coinvolto, con quella fame di centralità che sembrava smarrita nei primi mesi a Milano.
Chivu lo ha voluto rilanciare nel momento giusto, e il polacco ha risposto con una partita di spessore, segnale che il suo inserimento nel sistema nerazzurro è ormai compiuto.
Frattesi e Diouf, due casi da risolvere
Mentre il resto del centrocampo corre, ci sono due volti che restano in ombra. Andy Diouf, arrivato in estate dal Lens, è ancora un oggetto misterioso: appena 26 minuti giocati in stagione, troppo poco per valutarne davvero il potenziale. Chivu lo osserva, ma per ora preferisce affidarsi a chi garantisce equilibrio e continuità.

Situazione diversa per Davide Frattesi, che dopo la notte magica contro il Barcellona sembra essersi smarrito. L’operazione per l’ernia bilaterale subita a luglio lo ha frenato più del previsto, e oggi il centrocampista ex Sassuolo cerca ritmo e fiducia. Finora appena 300 minuti in otto presenze tra Serie A e Champions, senza gol né assist: un dato insolito per chi era abituato a entrare spesso nel tabellino.
Chivu, però, non ha intenzione di rinunciare a lui: “Sta tornando al cento per cento, avrà le sue occasioni”, ha assicurato il tecnico.
Abbondanza e concorrenza, il nuovo volto dell’Inter
Per la prima volta dopo anni, la mediana nerazzurra può contare su un ventaglio di alternative vere. Barella e Calhanoglu restano punti fermi, ma dietro di loro si muove un gruppo di giocatori pronti a colmare il vuoto con qualità diverse. Una concorrenza sana, che alimenta il rendimento complessivo e permette a Chivu di dosare energie e soluzioni.
In fondo, la forza di questa Inter non è solo nei titolari, ma nella capacità di reinventarsi. E se Sučić e Zielinski sono oggi i volti nuovi del centrocampo, Frattesi e Diouf restano promesse in attesa di fiorire. In una stagione lunga e piena di impegni, ci sarà spazio per tutti. Ma intanto, Chivu può sorridere: il suo centrocampo è tornato a dettare legge.




