L’Inter è tornata da San Siro con le mani vuote, ma senza quella sensazione di fragilità che spesso accompagna le grandi deluse. Perché nella notte del derby i nerazzurri hanno messo in campo una versione più consapevole e strutturata di sé stessi, pur restando a secco nel tabellino. E, paradossalmente, la sconfitta racconta una squadra più matura rispetto alle scivolate contro Napoli e Juventus.
Il Derby di Milano
Occasioni a raffica, gol zero: il paradosso del derby
Il risultato dice 1-0 Milan. La partita racconta tutt’altro. La squadra di Cristian Chivu ha costruito un numero di occasioni che, a memoria recente, raramente si vedono in uno scontro diretto: il colpo di testa di Thuram respinto da Maignan, il palo di Lautaro, la traversa di Acerbi, il rigore fallito da Calhanoglu, le opportunità sciupate da Bastoni e da Bonny nei minuti finali.
Un totale che assomiglia più all’assedio di una big europeista che a una formazione in difficoltà. Eppure, il gol non è arrivato. È la sintesi perfetta del momento: produzione ricchissima, finalizzazione a corrente alternata.

Gli scontri diretti come nodo della stagione
Il dato pesa: zero punti contro Juventus, Napoli e Milan. Ma sarebbe superficiale leggerlo senza contesto.
I numeri raccontano 53 tiri complessivi nelle tre gare, una continuità offensiva non premiata dagli episodi. A Torino l’Inter segnò tre volte ma ne incassò quattro, pagando una serata difensiva completamente fuori identità. A Napoli si perse lucidità scivolando nelle provocazioni.
Il derby, invece, ha offerto una fotografia opposta: un’Inter ordinata, compatta, che ha concesso pochissimo alle ripartenze rossonere, un aspetto che Chivu aveva indicato come priorità assoluta. L’unico filo che lega Juventus e Milan? Qualche incertezza di Sommer, un fattore che nei momenti chiave è costato sei punti.

Gli attaccanti non sono il problema
L’Inter continua ad avere il miglior attacco del campionato, con 26 gol distribuiti in maniera equilibrata. Eppure, la percezione diffusa è che il reparto non stia ancora rendendo al massimo.
Il rientro graduale di Thuram, un Lautaro che ha ritrovato il sorriso solo nelle ultime settimane, due giovani come Pio Esposito e Bonny alla prima immersione nel calcio da big: sono elementi che pesano sulla continuità realizzativa. Ma la qualità della produzione offensiva non mente. I gol arriveranno di nuovo, perché il volume di gioco è rimasto intatto.
L’Inter più matura della stagione
Se contro la Juventus si era visto un gruppo spaccato, e a Napoli una squadra emotivamente fragile, nel derby è emersa una versione diversa: quella di un’Inter consapevole, equilibrata, fedele alla propria identità, ma al tempo stesso pronta a togliere ossigeno alle ripartenze del Milan, la specialità della casa rossonera. È mancato il gol, non la prestazione. È mancato il risultato, non la crescita. Per una squadra che ha ancora molto da dire, il derby non è un passo indietro: è la conferma che il lavoro sta portando a una maturità che, prima o poi, finirà per pesare anche in classifica.



