All’Inter serviva una vittoria per rimettersi in carreggiata, e vittoria è arrivata. Contro il Verona, però, i tre punti sono arrivati più per volontà che per brillantezza: un autogol in extremis ha deciso un match complicato, nel quale i nerazzurri hanno faticato a imporsi con autorità. Il successo, comunque, riporta la squadra di Cristian Chivu in piena corsa per lo Scudetto: 21 punti in 10 partite, uno solo in meno rispetto al Napoli capolista, e la possibilità di accorciare su una tra Milan e Roma, impegnate nello scontro diretto. Ma il gioco espresso al Bentegodi racconta anche un’altra verità: l’Inter è viva, sì, ma ancora lontana dall’essere dominante.
Calhanoglu, il faro del centrocampo
In un momento in cui l’attacco stenta, a prendersi sulle spalle la squadra è Hakan Calhanoglu. Il turco, rimasto in nerazzurro dopo un’estate di incertezze, si è trasformato nel vero leader tecnico e tattico del gruppo. Già decisivo contro la Fiorentina, anche a Verona ha offerto una prova di sostanza e intelligenza, gestendo i tempi di gioco e alzando il baricentro nei momenti di difficoltà. Nel suo ruolo da regista moderno, Calhanoglu si conferma uomo chiave del progetto Chivu, l’unico davvero costante in una squadra ancora in cerca d’identità.
Attacco in crisi: Lautaro e Bonny ancora a secco
I problemi più evidenti restano davanti. Lautaro Martinez, a secco da diverse giornate, vive un momento opaco simile a quello che lo aveva frenato anche la scorsa stagione in autunno. Senza i suoi gol, l’Inter perde incisività e fiducia, e le alternative non stanno dando il contributo sperato.
Bonny, dopo il lampo con la Roma, è apparso in calo, mentre Thuram continua a convivere con una condizione fisica non ottimale. La sterilità offensiva è oggi la principale zavorra per una squadra che punta al titolo: nessuna big può competere senza il peso dei gol del proprio attacco.
Zielinski, la nota lieta di Verona
Nel pomeriggio complicato del Bentegodi, una delle note positive è arrivata dal centrocampo: Piotr Zielinski.
Il polacco, arrivato due stagioni fa a parametro zero, ha finalmente offerto una prestazione da protagonista.
Ha trovato spazi tra le linee, si è inserito con tempi perfetti e ha partecipato all’azione del vantaggio con una continuità finora mai mostrata.
La sua prestazione è stata la risposta più convincente a chi lo riteneva un corpo estraneo nella manovra nerazzurra: se continuerà così, potrebbe diventare la variabile decisiva nella corsa al vertice.
La classifica sorride, ma il cammino resta lungo
Il successo contro il Verona consente all’Inter di agganciare il gruppo di testa e tornare a respirare aria d’alta quota. La squadra di Chivu resta una delle più solide difensivamente del campionato, ma la sensazione è che serva un salto di qualità mentale e tecnico per puntare davvero al titolo.
La vittoria è arrivata, ma non basta per nascondere le incertezze: l’Inter ha bisogno di ritrovare brillantezza, verticalità e gol dai suoi attaccanti. Solo così il treno Scudetto potrà davvero essere agganciato fino alla fine della stagione.



