Il destino di Igor Tudor era segnato. La sconfitta dell’Olimpico contro la Lazio, la terza consecutiva, ha chiuso definitivamente il suo percorso alla guida della Juventus. La mattinata di lunedì 27 ottobre 2025 è stata decisiva: alla Continassa, dopo un confronto diretto con la dirigenza, è arrivata la comunicazione ufficiale dell’esonero.
La Juventus ha scelto di voltare pagina dopo un mese da incubo, segnato da otto partite senza vittorie e da un’assenza di identità tattica sempre più evidente. L’errore di David sul gol di Basic, la mancanza di reazione in campo, le scelte discutibili – come l’esclusione iniziale di Yildiz e Thuram – e il nervosismo in panchina hanno rappresentato il punto di non ritorno.

Il comunicato ufficiale della società
La nota diffusa dal club nella tarda mattinata è chiara: “Juventus FC comunica di aver sollevato in data odierna Igor Tudor dall’incarico di allenatore della Prima Squadra maschile e con lui il suo staff composto da Ivan Javorcic, Tomislav Rogic e Riccardo Ragnacci. La Società comunica inoltre di aver affidato momentaneamente la guida della Prima Squadra a Massimo Brambilla, che mercoledì siederà in panchina in occasione del match Juventus-Udinese. Il Club ringrazia Tudor e il suo staff per la professionalità e la dedizione dimostrate, augurando loro il meglio per il futuro.” Una formula istituzionale, dietro la quale si cela la consapevolezza di una scelta obbligata.
Crisi tecnica e tensioni interne
Il 3-5-2 di Tudor non ha mai convinto davvero, e la squadra – sterile in attacco e fragile mentalmente – è apparsa sempre più lontana dal suo allenatore. Alla Continassa la fiducia è crollata definitivamente: Chiellini, Comolli e Modesto avevano ribadito pubblicamente il sostegno al tecnico, ma le ultime settimane hanno cancellato ogni certezza.
Anche nel post partita di Roma, Tudor aveva respinto l’idea di un passo indietro: “Non esiste il passo indietro. Io penso solo a risolvere i problemi, non al mio futuro.” Parole che suonano oggi come il commiato di un allenatore già consapevole della fine.
Brambilla traghettatore, ma la caccia al successore è già partita
In vista della sfida contro l’Udinese, la panchina sarà affidata a Massimo Brambilla, tecnico della Next Gen. Una scelta d’emergenza, dettata dai tempi stretti e dalla necessità di garantire continuità minima, ma che non verrà confermata a lungo termine.
Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, la Juventus sta già valutando i profili per il dopo Tudor. In cima alla lista c’è Luciano Spalletti, considerato l’unico tecnico in grado di ridare subito struttura e mentalità a una squadra smarrita. Subito dietro Raffaele Palladino, che piace per modernità e conoscenza della Serie A, mentre rimane più defilato Roberto Mancini, al momento impegnato con la nazionale saudita.

Da non escludere il clamoroso ritorno di Thiago Motta, ancora sotto contratto con il club e nome gradito a parte della dirigenza. Più lontane, per ora, le piste estere legate ai contatti internazionali del direttore Comolli.
Una panchina da ricostruire
La Juventus è davanti all’ennesima ripartenza. Serve una guida forte, capace di restituire gioco, fiducia e identità a un gruppo in crisi profonda. La stagione è ancora lunga, ma il tempo per rimettersi in corsa si assottiglia. Dopo Tudor, il club bianconero cerca un nuovo inizio. Ma servirà molto più di un cambio in panchina per ritrovare la Juventus di un tempo.



