L’ipotesi di uno scambio diretto tra Juventus e Inter con protagonisti Khephren Thuram e Davide Frattesi è definitivamente tramontata. Le parole di Giorgio Chiellini hanno chiuso ogni spiraglio: Thuram non è sul mercato e rappresenta un pilastro del progetto bianconero. Eppure, il nome di Frattesi continua a orbitare attorno alla Juventus. Non più come contropartita tecnica, ma come obiettivo da inseguire con formule alternative. È qui che entra in gioco Damien Comolli, chiamato a trovare una soluzione sostenibile per accontentare Luciano Spalletti.

La posizione dell’Inter
Il punto di partenza è chiaro. Davide Frattesi è ai margini del progetto tecnico di Christian Chivu e spingerebbe per cambiare aria già a gennaio. Il suo agente, Beppe Riso, è al lavoro per individuare una destinazione gradita, ma l’Inter non intende fare sconti. Il centrocampista classe 1999 è legato al club nerazzurro da un contratto in scadenza il 30 giugno 2028, dettaglio che rafforza la posizione della società. La valutazione fissata è netta: 35 milioni di euro, senza margini al ribasso. L’Inter non esclude uno scambio, ma solo a determinate condizioni.

Il no agli scambi “di contorno”
Da viale della Liberazione il messaggio è filtrato in modo chiaro. Frattesi può entrare in una trattativa solo se coinvolge giocatori di primo piano, non seconde linee. Nomi come Khephren Thuram o Wesley, esterno brasiliano della Roma, rientrano in questa categoria. Senza profili di questo livello, nessuno scambio verrà preso in considerazione. Ed è proprio qui che si è fermata la pista più semplice per la Juventus.
Il nodo della formula
Scartata l’ipotesi dello scambio, resta una sola strada percorribile. La Juventus non può permettersi un acquisto a titolo definitivo a gennaio per cifre simili. L’unica formula ipotizzabile è quella del prestito oneroso con diritto di riscatto. Ma anche su questo punto l’Inter è rigida. Un semplice diritto non basta. Il club nerazzurro prenderebbe in considerazione l’operazione solo se il riscatto fosse di fatto garantito, attraverso condizioni facilmente raggiungibili che trasformino il diritto in obbligo. È la stessa ragione per cui, nelle scorse settimane, è naufragata la trattativa con il Newcastle. Senza garanzie sull’acquisto finale, Frattesi non parte.
Perché Spalletti insiste
La pressione, in casa Juventus, arriva soprattutto dalla panchina. Spalletti conosce Frattesi, lo stima e lo considera perfetto per il suo calcio. Non è una sensazione, ma un dato supportato dai numeri. Con la Nazionale, Frattesi ha collezionato 33 presenze e 8 gol. Di queste, 23 partite e 7 reti sono arrivate con Spalletti commissario tecnico. In altre parole, l’87,5% dei suoi gol in azzurro porta la firma di un’era tecnica ben precisa. Un rapporto che pesa nelle valutazioni e che spiega perché l’allenatore spinga per il suo arrivo.
Una partita tutta dirigenziale
Ora la palla passa a Damien Comolli. Se la Juventus vuole davvero Frattesi, dovrà costruire un’operazione capace di garantire all’Inter i 35 milioni complessivi, diluendoli tra gennaio e giugno ma senza lasciare dubbi sull’esito finale. Non è solo una questione di mercato. È una prova di forza, di credibilità e di progettualità. La domanda resta sospesa: il rendimento di Frattesi con Spalletti vale davvero 35 milioni? La risposta, come spesso accade, non arriverà dai numeri. Ma dalla formula.




