Era arrivato a Torino in silenzio, con l’etichetta di colpo a parametro zero e la curiosità di chi, a 25 anni, ha già vissuto molto del calcio europeo. Jonathan David, attaccante canadese classe 2000, sembrava il simbolo del nuovo corso bianconero: giovane, duttile, con il fiuto del gol e la concretezza di chi ha imparato a colpire nei momenti che contano. L’inizio, infatti, era stato incoraggiante. Gol all’esordio contro il Parma, applausi e la sensazione di una favola che stava per sbocciare. Poi, il silenzio. Mese dopo mese, la sua parabola si è spenta tra panchine, scelte tecniche e un rendimento in caduta libera. Oggi, alla vigilia del mercato invernale, si parla di un possibile addio. Ma qual è davvero la verità sul suo futuro?
Un rendimento al di sotto delle aspettative
In estate, il suo arrivo aveva scatenato entusiasmo: David doveva essere il titolare designato al centro dell’attacco, anche per via dell’incertezza legata al futuro di Vlahovic, poi rimasto alla Juventus, e dell’inserimento graduale di Openda. Il campo, però, ha ribaltato ogni pronostico. Vlahovic, con 5 gol già messi a segno, si è ripreso la scena, diventando la certezza offensiva della gestione Spalletti. Per David, invece, sono arrivati pochi minuti, tante delusioni e zero incisività.
Il canadese è apparso lontano dalla sua miglior versione, quella ammirata al Lille: poca brillantezza sotto porta, difficoltà nei movimenti senza palla, e una pericolosa discontinuità mentale. Il gol all’esordio è rimasto un lampo isolato in un inizio di stagione in cui, più che per le reti, si è parlato dei suoi errori.
Le voci di mercato: suggestione o realtà?
Negli ultimi giorni, diverse fonti di mercato hanno alimentato un’ipotesi suggestiva: David via già a gennaio. La Juventus, che lo ha prelevato a costo zero, potrebbe registrare una plusvalenza immediata in caso di cessione, reinvestendo poi il ricavato su altri reparti. Un ragionamento logico sul piano economico, ma poco realistico su quello tecnico.
Secondo quanto riportato da Fabrizio Romano, infatti, la posizione della Juventus è chiara: nessuna intenzione di cedere David. Né il club né l’attaccante hanno manifestato segni di rottura. L’idea, condivisa da dirigenza e allenatore, è quella di dargli tempo, convinti che possa trovare il ritmo e la fiducia necessarie sotto la guida di Spalletti.
La posizione della Juventus: “Nessuna cessione, piena fiducia”
A Vinovo la parola d’ordine è calma. David non è in discussione, almeno per ora. La società considera fisiologico il suo periodo di adattamento: nuovo campionato, nuove richieste tattiche, e la pressione di una piazza che non perdona. Spalletti, dal canto suo, ha deciso di gestirlo con equilibrio. Gli ha parlato, lo ha rassicurato, ma pretende una risposta: “Jonathan ha talento, ma deve dimostrarlo ogni giorno.” Una frase che riassume la filosofia del tecnico toscano, abituato a misurare la crescita dei giocatori anche nella fatica.
La Juventus, insomma, non vuole rinunciare a un investimento strategico, pensato anche per il medio-lungo periodo. L’obiettivo è rimettere in condizione il canadese di tornare utile nel giro di poche settimane, magari già dopo la sosta invernale.
Numeri e prospettive
Un solo gol, quello contro il Parma, poi tante ombre. Ma a Torino non hanno dimenticato ciò che David ha mostrato in Francia: 84 reti complessive in maglia Lille, leadership silenziosa e un’intelligenza tattica rara nei giovani centravanti. I dati, oggi, raccontano una realtà impietosa ma non definitiva. Pochi minuti giocati, zero assist, un’influenza offensiva quasi nulla, ma anche una condizione atletica in crescita e una fiducia che Spalletti non ha ancora smarrito.
La verità sul futuro
Le voci di un addio a gennaio restano rumori di fondo. La Juventus non ha ricevuto offerte e non ha intenzione di ascoltarne. Jonathan David resterà a Torino, con un obiettivo chiaro: riconquistare campo, gol e identità.
Perché se è vero che i grandi attaccanti si giudicano dai numeri, è altrettanto vero che ogni rinascita parte dal silenzio del lavoro quotidiano. E Spalletti, di rinascite, ne ha già viste e guidate molte. La palla, ora, torna al numero 30 bianconero.


