La partenza di Robert Lewandowski nel 2022 ha lasciato un vuoto difficile da immaginare e ancora più complicato da colmare. Il polacco aveva trascinato il Bayern Monaco con 344 gol in 375 partite, un’eredità tecnica e mentale quasi irripetibile. Serviva tempo, e infatti è passato più di un anno prima che i bavaresi trovassero un sostituto all’altezza, dopo la parentesi inevitabilmente insufficiente di Eric Maxim Choupo-Moting. La risposta è arrivata tardi, ma con un peso specifico enorme: Harry Kane.
Il dubbio iniziale e la svolta
Quando il Bayern ha speso 100 milioni per strappare Kane al Tottenham, non tutti erano convinti. Persino Lothar Matthäus riteneva l’investimento eccessivo per un attaccante appena trentenne, «troppo vecchio e troppo costoso». Oggi lo stesso Matthäus non fatica ad ammettere di aver sbagliato completamente la prospettiva: a suo giudizio, non esiste un centravanti migliore al mondo.
E questa convinzione, ora, è condivisa anche a Barcellona. Il club catalano, che due anni fa aveva puntato proprio su Lewandowski, si ritrova davanti allo stesso paradosso vissuto dal Bayern: non esiste sul mercato un sostituto più credibile di Kane per il dopo-Lewy.

Haaland? Un sogno fuori portata
Nel 2023 si era vociferato che il Bayern avesse provato a portare Erling Haaland a Monaco, alimentando l’idea che Lewandowski avesse voluto lasciare anche per quel motivo. Il polacco lo ha sempre negato. Ma ora quel sogno proibito sembra essersi trasferito in Catalogna, dove Joan Laporta sarebbe «ossessionato» dall’idea di avere Haaland al Camp Nou. Uno scenario irrealistico almeno per un altro anno, per via dei piani di risanamento economico ancora tutt’altro che conclusi.
Kane, però, rappresenta una possibilità concreta. Secondo Bild, nel suo contratto esiste una clausola da 65 milioni, attivabile la prossima estate. C’è solo una condizione: l’attaccante deve comunicare al Bayern la volontà di lasciare entro la fine di gennaio. I bavaresi, però, sembrano tranquilli: Kane è felice e non dà alcun segnale di voler cambiare aria.

Il Bayern vola, e Kane è il motore del progetto
Mai come quest’anno le premesse tecniche sono state ideali. La squadra di Vincent Kompany, ancora imbattuta, domina Bundesliga e Champions League. Nell’avvio di stagione 2025-26 ha superato ogni record, trascinata dai 24 gol in 18 partite del suo numero nove, miglior marcatore nei top cinque campionati europei.
Le assenze non hanno frenato il Bayern. L’infortunio di Jamal Musiala è stato compensato dall’esplosione del diciassettenne Lennart Karl, dall’impatto immediato di Luis Díaz e dall’evoluzione di Michael Olise, salito a un livello superiore dopo la prima stagione tedesca.
La squadra oggi è considerata la migliore d’Europa, come certificato dalla vittoria esterna sul Paris Saint-Germain campione in carica. Una prestazione che ha mostrato la doppia anima del Bayern: brillante in attacco, solido in difesa.

Una famiglia felice a Monaco
Anche sul piano personale, nulla lascia immaginare un addio imminente. Trasferirsi da Londra a Monaco non era scontato, ma Kane, la moglie Kate e i figli hanno trovato un equilibrio inatteso. In Germania vivono con maggiore riservatezza e godono di una quotidianità meno rumorosa rispetto all’Inghilterra.
«Siamo stati accolti in modo straordinario», ha raccontato Kane. «È stato commovente per tutta la famiglia. Ci piace moltissimo vivere qui».
Non sorprende che il capitano dell’Inghilterra si dica disponibile a discutere un prolungamento del contratto in scadenza nel 2027. «Non c’è fretta, io sto bene e il club pure», ha ribadito. E a chi gli parlava di Barcellona, ha risposto con una calma disarmante: «Nessun contatto. Sono felice a Monaco, si vede in campo».

Il Barça deve pensare al dopo Lewandowski
Eppure, il tema resta aperto. Il Barcellona dovrà affrontare presto la questione Lewandowski. Il polacco continua a segnare – otto reti in Liga, nessuno meglio di lui – ma i 37 anni pesano, e i tre problemi muscolari degli ultimi mesi evidenziano un limite fisiologico. Non a caso, non sono partite trattative per un rinnovo. Dal 1° gennaio Lewandowski sarà libero di parlare con altri club. «Non so cosa farò. Sono sereno», ha spiegato durante l’ultimo ritiro con la Polonia.
Kane, priorità blaugrana
Il Barcellona osserva diversi attaccanti: Julian Álvarez, Victor Osimhen, Serhou Guirassy, Etta Eyong. Ma uno solo è considerato il profilo perfetto: Kane. Un paradosso? Non del tutto. Il fuoriclasse inglese compirà 33 anni, ma non mostra il minimo segnale di declino. Vuole emulare la longevità di Messi e Ronaldo, e la sua evoluzione tattica lo rende un giocatore quasi nuovo: non più solo un finalizzatore, ma anche regista avanzato, rifinitore, uomo d’ordine.
Uli Hoeness, presidente onorario del Bayern, lo ha riassunto così: «Era già un goleador, oggi è un regista, un leader, un ispiratore. È quello che cercavamo». Matthäus è stato ancora più netto: «Kane ha reinventato il ruolo del centravanti come Neuer reinventò quello del portiere». Secondo la leggenda tedesca, non esiste oggi un attaccante che unisca così tante qualità in un solo corpo: gol, assist, visione, contrasti, coperture, lanci da cinquanta metri, duelli difensivi negli ultimi minuti. Un calciatore totale.
Il destino nelle sue mani
Kane è ora padrone del suo futuro. Può tornare in Premier League per inseguire il record di Alan Shearer, tentazione che non ha mai nascosto. Può restare in Germania, dove la Bundesliga offre un carico fisico minore e la garanzia di lottare per titoli e Champions League. Oppure può ascoltare — se e quando arriverà — la voce del Barcellona. Molto dipenderà dalla capacità dei blaugrana di rimettersi in ordine entro gennaio. Una sfida economica enorme.
Una certezza, però, già esiste: se Kane dovesse davvero arrivare al Camp Nou, sarebbe un colpo ancor più sconvolgente della partenza di Lewandowski. E pochi, due anni fa, avrebbero previsto uno scenario simile.


