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Lautaro, luci e ombre: perché l’Inter aspetta ancora il suo vero trascinatore

Redazione
4 Min Read

Quattro gol in dodici giornate e nessun acuto nei big match: Chivu lo sostituisce spesso e il rendimento non decolla. L’assenza di Thuram pesa più di quanto sembri.

La stagione dell’Inter sembrava lanciata dopo il ko di Napoli: la squadra aveva reagito con quattro vittorie consecutive tra campionato e Champions League, mostrando solidità e continuità. Poi il meccanismo si è inceppato. Le sconfitte contro Milan e Atletico Madrid hanno rimesso in discussione alcune certezze, pur arrivando al termine di prestazioni tutt’altro che negative.

Il filo conduttore è sempre lo stesso: l’Inter costruisce, domina tratti lunghi delle partite, ma raccoglie meno di quanto semina. E, nei momenti che definiscono una stagione, manca il colpo dei suoi uomini simbolo. È qui che emerge il tema più delicato: Lautaro Martinez.

I numeri dicono quattro gol, ma la vera assenza è nei momenti chiave

L’argentino ha firmato quattro reti in dodici presenze, un bottino che non lo allontana molto dai vertici della classifica marcatori, soprattutto in un campionato dove anche i bomber più attesi faticano a trovare continuità. Ma a pesare davvero non è il numero, bensì la qualità dei gol.

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Nome completo
Lautaro Javier Martínez
Posizione
Attaccante
Squadra attuale
Nazione
Luogo di nascita
Bahía Blanca
Data di nascita
Agosto 22, 1997 | 00:00
Età
28
Peso (Kg)
72
Altezza (cm)
174
Stagione: 2025-2026
Partite terminate
16
-
Per Game
Partite iniziate
15
0.9
Per Game
Minuti
1132
70.8
Per Game
Goal
8
0.5
Per Game
Assist
2
0.1
Per Game

Nelle sfide contro Juventus, Roma, Napoli e Milan non ha lasciato traccia. E in tre di questi incontri l’Inter è uscita sconfitta. Ogni volta che ha segnato, invece, i nerazzurri hanno vinto: una correlazione che sottolinea quanto il capitano resti imprescindibile per gli equilibri della squadra e allo stesso tempo quanto la sua mancanza nei big match sia oggi un freno pesante.

Lautaro Martinez
Lautaro Martinez

Un avvio lontano dalle stagioni migliori

Se si guarda al passato recente, il confronto è netto. A questo punto della scorsa stagione, Lautaro era già a cinque reti nonostante una gara in meno. Due anni fa, nel 2023-24, viaggiava addirittura a dodici gol dopo dodici giornate, complice anche la famosa serata dei quattro gol alla Salernitana. Nelle stagioni precedenti raggiungeva sempre quota cinque o sei.

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Un avvio così lento si era verificato soltanto al suo primo anno in nerazzurro, quando il minutaggio era ridotto e il ruolo ancora in costruzione. Oggi la sensazione è diversa: il Lautaro visto in questo inizio non è un problema numerico, ma un giocatore che non incide come un leader.

Lautaro Martinez
Lautaro Martinez

La gestione di Chivu: tanta fiducia, poca indulgenza

La fotografia della stagione passa anche dalle scelte di Cristian Chivu. Lautaro è titolare fisso, ma raramente resta in campo fino al 90’. Solo tre volte è arrivato alla fine in campionato. Nelle gare di cartello – Juventus, Roma, Milan – è stato richiamato dopo un’ora scarsa.

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Una scelta tecnica che manda un messaggio chiaro: il nome non basta. Chivu ha un reparto offensivo più ricco rispetto al passato e può contare su soluzioni come Esposito e Bonny. Chi non incide viene cambiato, capitano o no. Il malumore mostrato dall’argentino dopo la sostituzione con l’Atletico racconta bene quanto la situazione sia delicata.

Marcus Thuram
Marcus Thuram

Senza Thuram cambia tutto: il peso del partner ideale

C’è poi un elemento spesso sottovalutato: l’assenza di Marcus Thuram. Compagno perfetto nelle ultime due stagioni, il francese ha saltato sei partite tra campionato e Champions per un infortunio e non segna da metà settembre.

La loro intesa era diventata un automatismo: movimento di uno, spazio per l’altro, triangolazioni pulite, profondità e rifinitura. Senza Thuram, Lautaro ha dovuto caricarsi sulle spalle parte del lavoro sporco che solitamente dividevano. È un cambiamento che pesa sulla lucidità sotto porta e sulla qualità delle sue scelte offensive.

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