La Lazio ha ottenuto un primo, cruciale via libera per il nuovo Flaminio. L’Avvocatura capitolina ha espresso parere favorevole alla possibilità di concedere al club il diritto di superficie per 99 anni, uno snodo che Claudio Lotito ritiene essenziale per trasformare lo stadio progettato da Pier Luigi Nervi nella futura casa biancoceleste. Un passo avanti significativo, ma non ancora sufficiente per mettere davvero in moto l’iter amministrativo.
Lotito informato da Gualtieri: ora servono i documenti
Il parere dell’organo legale, trasmesso al sindaco Roberto Gualtieri, è stato immediatamente comunicato al presidente della Lazio. Tuttavia, l’entusiasmo deve fare i conti con la burocrazia: il Campidoglio attende da mesi il progetto definitivo, completo di tutte le asseverazioni e degli allegati tecnici richiesti.
Solo dopo la consegna di questo materiale potrà essere convocata la Conferenza dei Servizi, passaggio obbligato per valutare la reale fattibilità dell’intervento e decretare il pubblico interesse dell’opera.
Il nodo della Sovrintendenza e i possibili ricorsi
L’altro fronte da affrontare è quello dei vincoli artistici che gravano sul Flaminio. L’impianto è considerato a tutti gli effetti un monumento nazionale, e ogni trasformazione dovrà ottenere il nulla osta della Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
I ricorsi, con ogni probabilità, non mancheranno. La Fondazione Nervi, custode dell’eredità dell’architetto che progettò lo stadio negli anni ’50, ha già espresso negli anni posizioni molto rigide sulla tutela dell’impianto. A queste potrebbero aggiungersi i comitati di quartiere preoccupati per l’impatto che lavori estesi potrebbero avere sulla vivibilità della zona.
Un percorso ancora lungo
Superato il nodo dell’Avvocatura, ora l’iter deve entrare nel vivo. La Conferenza dei Servizi preliminare dovrà esprimersi sull’interesse pubblico dell’iniziativa e trasferire la decisione finale all’Assemblea Capitolina. Solo in caso di parere positivo, la Lazio potrà presentare la versione definitiva del progetto, avviando così la Conferenza dei Servizi decisoria, ultimo passo prima dell’eventuale avvio dei lavori.
Il segnale politico è arrivato. Adesso la palla passa alla società biancoceleste, chiamata a dimostrare con i fatti la volontà più volte ribadita di restituire nuova vita al Flaminio.


