Il 16 dicembre non è una data come le altre per la Lazio. È il giorno in cui si deciderà il perimetro del mercato invernale biancoceleste, un vero spartiacque tra la possibilità di operare senza vincoli e l’obbligo di muoversi a saldo zero, con un acquisto possibile solo a fronte di una cessione. Tutto dipenderà dal responso della Commissione di controllo dei conti della Serie A, chiamata a comunicare ai club l’ammissione alla sessione di gennaio sulla base dei bilanci al 30 settembre, come previsto dalle norme FIGC. A Formello l’attesa è carica di tensione. La decisione influenzerà ogni scelta futura, dal mercato alle promesse fatte a Maurizio Sarri, fino agli equilibri economici che Claudio Lotito ha sempre difeso come una linea guida non negoziabile.
Il parametro che decide tutto
Il cuore della questione ruota attorno a un numero: 0,8. È la soglia del rapporto tra costo del lavoro allargato e ricavi, il parametro che stabilisce se un club può operare liberamente o se deve sottostare a limitazioni. Secondo quanto filtra, e come riportato anche dal Corriere dello Sport, la Lazio sarebbe appena al di sotto di quel valore, una condizione che garantirebbe il via libera senza paletti. Ma il margine è sottile e non sono escluse sorprese.
Se il parametro dovesse risultare superiore allo 0,8, scatterebbe il cosiddetto blocco soft: mercato consentito solo a saldo zero, considerando non solo i cartellini ma anche i costi contrattuali. Se invece il valore fosse inferiore, la Lazio avrebbe piena libertà operativa. Un verdetto che pesa ancora di più se si considera che il club arriva da un blocco totale nella sessione estiva.
Insigne e il nodo degli slot
Il verdetto del 16 dicembre avrà ripercussioni immediate anche sui nomi accostati alla Lazio. Lorenzo Insigne, svincolato e da settimane nel radar biancoceleste, rappresenta il caso più emblematico. In assenza di via libera, il suo tesseramento sarebbe impossibile senza una cessione o una risoluzione contrattuale che copra l’ingaggio, nonostante lo status di free agent.
Le operazioni estive, come le cessioni definitive di Tchaouna al Burnley e Casale al Bologna, non incidono sul parametro calcolato al 30 settembre. Qualora invece la Lazio rientrasse sotto la soglia dello 0,8, Insigne potrebbe firmare dal 17 dicembre, ma il suo utilizzo resterebbe legato alla riapertura delle liste di Serie A e alla necessità di liberare uno slot, considerando che Sarri ha già sfruttato le due variazioni stagionali consentite.
La filosofia Lotito e la scadenza di marzo
In oltre vent’anni di presidenza, Lotito ha sempre mantenuto una linea chiara: equilibrio tra entrate e uscite, senza aumenti di capitale e con investimenti compensati dalle cessioni. Un modello ribadito anche nel 2023, quando a fronte di 100 milioni spesi arrivarono 40 milioni incassati dalla cessione di Milinković-Savić.
Ma c’è un’altra scadenza che incombe. Entro il 31 marzo, i club dovranno scendere al 70% nel rapporto costo lavoro-ricavi, un obiettivo che renderà centrali le uscite. In quest’ottica, i primi nomi destinati a lasciare Formello sono Hysaj e Gigot, entrambi fuori dal progetto tecnico di Sarri.
Plusvalenze, big e futuro prossimo
La società respinge l’idea di dover realizzare 25-30 milioni di plusvalenze immediate a gennaio. Le parole del direttore sportivo Angelo Fabiani e dello stesso Lotito vanno in questa direzione, così come le rassicurazioni pre-gara a Sky Sport. Ma Sarri, nel post partita, è stato chiaro: non basta non indebolirla, questa squadra va rinforzata.
Lo scenario più probabile resta quello di rinviare le cessioni pesanti all’estate, soprattutto in caso di mancata qualificazione europea. In quel caso il player trading diventerebbe inevitabile. Il futuro di Mario Gila, in scadenza nel 2027, resta aperto, così come le valutazioni su Guendouzi, Rovella e Isaksen, profili destinati ad attirare interesse.
Giovani italiani e nuove opportunità
C’è anche una variabile regolamentare che la Lazio osserva con attenzione. Da gennaio, l’acquisto di calciatori Under 23 italiani non inciderà sul costo del lavoro allargato. Un incentivo importante, considerando che il vivaio non produce un titolare fisso dai tempi di Cataldi. Un innesto giovane e italiano avrebbe un doppio valore, tecnico ed economico, senza appesantire i conti da presentare entro marzo.
E l’estate?
Un nuovo blocco totale a luglio viene considerato uno scenario remoto. Le NOIF lo prevedono solo in caso di due dati negativi consecutivi e in peggioramento. Se il parametro dovesse migliorare pur restando sopra lo 0,70, il mercato estivo resterebbe a saldo zero, una prospettiva limitante ma lontana dal blocco assoluto.
Le richieste di Sarri e le mosse di Formello
In attesa del verdetto, Fabiani lavora sotto traccia. Prestiti e scambi sono sul tavolo, con Dele-Bashiru, Belahyane e Gigot tra i possibili nomi coinvolti. Noslin non è considerato cedibile se non di fronte a offerte irrinunciabili, mentre Mandas potrebbe partire anche a cifre inferiori rispetto all’estate, imponendo un intervento sul ruolo del portiere.
La linea su Guendouzi è netta: incedibile, nonostante l’interesse della Premier League. Sarri ha indicato le priorità, una mezzala e un vice Zaccagni, mentre resta aperto il capitolo Nuno Tavares. Il tecnico valuterebbe una cessione per un profilo più funzionale, ma la società frena: per Formello, il terzino “è un giocatore della Lazio e tale dovrebbe restare”. Il 16 dicembre, in definitiva, non chiarirà solo se la Lazio potrà comprare. Dirà che tipo di progetto i biancocelesti potranno permettersi nei prossimi mesi.



