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Lotito all’attacco: “Indice di liquidità assurdo, Lazio danneggiata”

Redazione
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Alla festa di Natale del club il presidente biancoceleste difende la solidità societaria e critica il sistema: “Così si crea solo confusione”

La cornice è quella elegante di Spazio Novecento, nel cuore dell’Eur, ma i toni sono tutt’altro che morbidi. A margine della festa di Natale della Lazio, il presidente Claudio Lotito prende la parola e affronta senza filtri uno dei temi più delicati della stagione biancoceleste: il blocco del mercato legato all’indice di liquidità e le sue conseguenze, sportive ed economiche. Un intervento lungo, articolato, a tratti polemico, nel quale Lotito rivendica la solidità del club e punta il dito contro un sistema che, a suo giudizio, penalizza proprio le società più virtuose.

“Il gruppo ha ritrovato compattezza”

Prima di entrare nel merito delle questioni regolamentari, Lotito guarda al campo. Evita previsioni, che definisce “sempre sbagliate”, ma sottolinea un aspetto che considera fondamentale: la ritrovata unità dello spogliatoio. La Lazio, spiega, è un gruppo di combattenti che ha imparato a fare fronte comune contro le difficoltà. Le avversità non sono mancate e, secondo il presidente, alcune potevano essere evitate, ma non per responsabilità della società. L’auspicio è che il peggio sia alle spalle e che si possa avviare un nuovo percorso, con l’impegno del club a integrare e rafforzare la squadra, non certo a indebolirla.

L’attacco all’indice di liquidità

Il cuore del discorso arriva quando Lotito affronta il tema più spinoso. L’indice di liquidità, lo dice senza mezzi termini, per lui è un “indice di stupidità”. Nato in un contesto emergenziale, ai tempi del fallimento del Parma, aveva un senso come strumento per garantire la conclusione del campionato. Ma, col passare del tempo, secondo Lotito, è stato snaturato. Il presidente ricorda come l’indice sia stato progressivamente utilizzato per altri fini, fino a entrare in contrasto con la normativa europea. Non sarebbe mai stato, a suo dire, un vero indicatore di solidità: molte società risultavano in regola pur avendo livelli di indebitamento elevatissimi.

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Cosa è successo in estate

Lotito entra poi nel dettaglio della scorsa estate, spiegando le ragioni tecniche che hanno portato al blocco del mercato. Alcuni costi, per circa 3,1 milioni di euro, sono stati imputati al 31 marzo e hanno inciso sull’indice, pur non essendo legati alla gestione ordinaria. Spese relative, ad esempio, all’Academy e allo stadio. Il punto centrale, però, è un altro: l’indice sarebbe stato abolito dal 1° luglio, ma applicato comunque a una prima fase del mercato, creando di fatto una spaccatura normativa. Da una parte regole vecchie, dall’altra quelle nuove, allineate ai parametri UEFA, con cui la Lazio, sottolinea Lotito, non ha mai avuto problemi. Il risultato? Un danno concreto, perché la società non ha potuto operare liberamente sul mercato.

“Ho perso 50 milioni e un danno d’immagine”

Le conseguenze, per Lotito, non sono solo teoriche. Il presidente parla apertamente di due cessioni importanti saltate e di altre trattative interrotte, per una perdita complessiva stimata in circa 50 milioni di euro. A questo si aggiunge il danno reputazionale: l’idea, diffusa all’esterno, che la Lazio fosse in difficoltà finanziaria. Un’ipotesi che Lotito respinge con decisione, snocciolando numeri: patrimonio immobiliare intorno ai 300 milioni, valore della rosa stimato tra 300 e 350 milioni, marketing in utile da oltre vent’anni. Dati certificati, secondo il presidente, anche dalle società di revisione.

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Debiti sì, debiti no

Il confronto con altre realtà del calcio italiano ed europeo è inevitabile. Lotito rivendica una gestione senza bond e senza esposizioni monstre, contrapponendola a club che, pur con debiti da 500 o 600 milioni, riescono comunque a iscriversi al campionato. È qui che il presidente individua l’assurdità del sistema: investire con mutui e debiti non pesa sull’indice come l’uso diretto della cassa. Un paradosso che, a suo dire, premia chi si indebita e penalizza chi gestisce in modo prudente.

Fiducia per gennaio, ma la palla alla commissione

Guardando al futuro, Lotito si dice fiducioso in vista del mercato di gennaio, pur rimandando ogni valutazione alla commissione competente. Esclude l’ipotesi di un aumento di capitale “a vuoto” per coprire uno scostamento minimo e ribadisce che, a suo avviso, il mercato non avrebbe mai dovuto essere bloccato. Il messaggio finale è chiaro: molte società, avverte, avranno problemi, perché l’80% del sistema è sotto pressione. La Lazio, invece, continua a rispettare i parametri UEFA. “Fatevi una domanda e datevi una risposta”, conclude Lotito, lasciando intendere che il problema non sia la sua società, ma le regole che governano il calcio italiano.

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