Pep Guardiola lo aveva detto con il tono di chi non ha bisogno di convincere nessuno: a novembre non si vincono i campionati. Una frase semplice, quasi ovvia, che però nel contesto della Premier League assume il peso di un avvertimento. Da allora, la distanza tra Arsenal e Manchester City non si è annullata, ma il quadro generale ha iniziato a cambiare. I Gunners restano al comando, ma il City, pur attraversando una stagione che a tratti sembra di transizione, sta mostrando segnali familiari. Quelli delle annate che finiscono con il titolo.

La rincorsa raccontata dai numeri
Da quando Guardiola ha pronunciato quella frase, il Manchester City ha cambiato passo. Cinque vittorie nelle ultime sei gare di campionato, 15 punti raccolti, continuità ritrovata. Nello stesso periodo, l’Arsenal ha lasciato per strada sette punti, rallentando proprio mentre il calendario iniziava a pesare. L’Aston Villa ha approfittato del momento, inserendosi momentaneamente nella corsa. Ma profondità della rosa e precedenti recenti suggeriscono una lettura diversa: alla lunga, la Premier tende sempre a ridursi a un duello. E quel duello, ancora una volta, sembra destinato a coinvolgere City e Arsenal. Anche l’ultimo fine settimana ha offerto indicazioni interessanti. Stesso bottino, tre punti per entrambe, ma modalità opposte. Il City ha vinto su un campo storicamente ostico come Selhurst Park, contro un Crystal Palace solido e organizzato. L’Arsenal, invece, ha faticato in casa contro il Wolverhampton, piegato solo grazie a due autogol, uno dei quali arrivato nel recupero.
“A novembre non si vince”: una frase che ritorna
Guardiola non parla mai a caso. Quando a inizio novembre il City era a sei punti dall’Arsenal, il tecnico catalano ha prima elogiato il lavoro di Arteta, poi ha spostato il discorso su un piano mentale. Si può perdere un titolo a novembre, ma non lo si può vincere. Un concetto che nasce dall’esperienza. La stagione precedente insegna: il City arrivò a novembre in grande forma, poi incappò in una serie di quattro sconfitte consecutive che sembravano definitive. Eppure, alla fine, la rimonta arrivò comunque. La Premier non è una maratona lineare. È una prova di resistenza.

Un City più avanti del passato
C’è un dato che sorprende anche gli osservatori più attenti. Dopo 16 giornate, il Manchester City ha 34 punti. Più di quanti ne avesse nelle stesse giornate in ciascuna delle ultime quattro stagioni concluse con il titolo, inclusa quella del triplete e quella del quarto campionato consecutivo. Non è stato un percorso privo di crepe. Alcune partite hanno mostrato fragilità, altre sono state salvate al limite. Ma le vittorie nette contro Sunderland e Crystal Palace hanno restituito la sensazione di una squadra che sta trovando equilibrio e fiducia nel momento giusto.

La vera forza del City: il finale di stagione
La notizia peggiore per l’Arsenal è che questo copione non è nuovo. Il Manchester City è quasi sempre più forte nella seconda metà della stagione. È una tendenza strutturale, non un caso isolato. Negli ultimi sette anni, il City ha raccolto più punti nel girone di ritorno in cinque occasioni. Nel 2018-19, da terzo a metà campionato, ha chiuso con 54 punti su 57, superando il Liverpool per un solo punto. Nel 2023-24 ha vinto 16 delle ultime 19 partite, restando imbattuto. L’anno precedente ha rimontato otto punti all’Arsenal con una serie impressionante di dodici vittorie consecutive. È il risultato di una gestione scientifica delle energie, dei carichi di lavoro e dei momenti chiave.
Esperienza che resta, energie nuove
Il City ha cambiato volto. Non ci sono più alcune colonne storiche, ma il DNA è rimasto intatto. Bernardo Silva, Foden e Stones rappresentano il ponte con il passato vincente, mentre una nuova generazione porta fame e leggerezza, due elementi spesso decisivi nelle volate finali. Bernardo lo ha detto senza giri di parole: questa è una squadra diversa, con grande potenziale e tanta energia. Non è un dettaglio, è una strategia.
Guardiola frena, ma avverte
Dopo la vittoria sul Palace, Guardiola è stato chiaro: il City non è ancora al massimo, ma ci si sta avvicinando. Non essere primi non è l’ideale, ma essere a ridosso della vetta è una posizione familiare. Ed è spesso da lì che il City inizia a colpire. Per chi guarda dall’altra parte della classifica, è un segnale difficile da ignorare.

Il ritorno di Rodri come fattore decisivo
C’è infine un elemento che rende lo scenario ancora più inquietante per l’Arsenal. Rodri sta per tornare. Il City è rimasto agganciato alla vetta nonostante l’assenza prolungata del suo centrocampista più determinante. Il suo rientro nella seconda metà della stagione, quando la condizione generale salirà, rischia di spostare definitivamente gli equilibri. L’Arsenal recupererà uomini importanti, a partire da Gabriel Magalhães e, più avanti, Kai Havertz. Ma la memoria recente pesa. Due volte i Gunners sono stati raggiunti. Due volte hanno ceduto nei mesi decisivi. Questa volta, numeri alla mano, il Manchester City è partito persino meglio. La rincorsa è solo all’inizio. E Guardiola sa esattamente quando accelerare.




