Non esiste un Milan senza Luka Modric. Almeno finora. La squadra di Massimiliano Allegri si è retta sulla regia del campione croato, punto di equilibrio e riferimento costante in mezzo al campo. Una presenza continua, quasi totale, che ha garantito qualità e ordine. Ma che ora presenta il conto. Nelle ultime uscite, anche Modric è apparso meno brillante, meno preciso del solito. Qualche pallone perso, qualche scelta ritardata. Dettagli, certo, ma sufficienti a raccontare una stanchezza fisiologica, inevitabile alla soglia dei quarant’anni e dopo una carriera vissuta sempre ad altissima intensità.

Modric, una presenza continua
Allegri non ha mai rinunciato al suo regista. In campionato, Modric è sempre partito titolare nelle prime quindici giornate di Serie A. Un dato che fotografa la sua centralità ma anche l’assenza di reali alternative immediate. Le sostituzioni sono state rare. L’ultima risale addirittura al 20 settembre. Da lì in poi, undici partite consecutive da novanta minuti, senza pause. Un utilizzo totale che spiega perché, oggi, il croato sembri meno lucido nei momenti chiave.

Il precedente al Real Madrid
La stagione scorsa offre un termine di paragone chiaro. Al Real Madrid, Modric aveva collezionato 63 presenze complessive, ma con una gestione più attenta. Carlo Ancelotti lo alternava, lo sostituiva, a volte lo preservava, riuscendo a distillare la sua qualità senza spremerlo. Nonostante il minutaggio elevato, l’integrità fisica del croato è rimasta intatta. L’ultimo vero stop risale a due anni fa, per un lieve problema muscolare. Segno di una professionalità e di una condizione fuori dal comune, ma anche della necessità di dosare le energie.
L’emergenza che ha condizionato le scelte
La presenza costante di Modric non è stata solo una scelta tecnica, ma anche una necessità. Nei piani iniziali, il croato avrebbe dovuto alternarsi con Ardon Jashari, sul quale il Milan ha investito con convinzione la scorsa estate. Il centrocampista svizzero, arrivato dal Club Brugge, si è però fermato quasi subito per un infortunio serio in allenamento. Uno stop lungo, che ha costretto Allegri a rivedere le rotazioni e ad affidarsi sempre allo stesso regista.

Jashari, il rientro e la crescita attesa
Jashari è tornato a disposizione solo a inizio novembre. Il debutto da titolare è arrivato in Coppa Italia contro la Lazio, una prova che ha lasciato intravedere personalità e qualità, i motivi per cui il Milan ha puntato su di lui. In campionato, però, il suo minutaggio resta minimo: sedici minuti complessivi, risalenti alla prima giornata contro la Cremonese. Allegri procede con cautela, aspettando una crescita soprattutto sul piano fisico. L’idea è chiara: nelle prossime settimane toccherà a lui, gradualmente, alleggerire il carico sulle spalle di Modric. Intanto, in Supercoppa, sarà ancora il croato a guidare l’orchestra.

Il ruolo di Ricci nello scacchiere
C’è anche Samuele Ricci tra le possibili soluzioni per una gestione più razionale. Al Torino e in Nazionale ha spesso agito da regista, dimostrando affidabilità e intelligenza tattica. Al Milan, però, Allegri lo ha utilizzato prevalentemente da mezzala, un ruolo in cui ne apprezza dinamismo e capacità di accompagnare l’azione. Ricci stesso ha spiegato come il tecnico lo stia provando in più posizioni, ma la sensazione è che difficilmente verrà scelto come sostituto diretto di Modric. Più probabile vederli insieme, con compiti complementari.
Una gestione inevitabile
Il Milan ha bisogno di Modric. Ma ha anche bisogno che Modric arrivi lucido ai momenti decisivi. Allegri lo sa e sta preparando il terreno: meno dipendenza, più rotazioni, senza strappi. La stagione entra nella sua fase cruciale. E per tenere acceso il faro croato, servirà imparare a spegnerlo, ogni tanto. Solo così potrà continuare a fare la differenza quando conta davvero.






