La sesta vittoria consecutiva nelle qualificazioni ai Mondiali 2026, la quinta con Gattuso in panchina, non basta per regalare serenità. L’Italia ha battuto la Moldavia 2-0, ma la prestazione ha lasciato più ombre che luci, in una serata che certifica i limiti di una Nazionale ancora lontana dall’essere convincente.
Vittoria sì, ma senza convinzione
Per quasi 90 minuti, gli Azzurri hanno faticato contro la Moldavia, 156ª nel ranking FIFA. Solo all’88’, con il colpo di testa di Gianluca Mancini, la squadra è riuscita a sbloccare una gara che rischiava di trasformarsi nell’ennesima occasione sprecata. Nel recupero è arrivato anche il raddoppio di Pio Esposito, ma il successo serve solo a evitare lo smacco di un pareggio che avrebbe consegnato alla Norvegia la qualificazione matematica con un turno d’anticipo.
Gattuso porta a casa i tre punti, ma l’Italia vista a Chisinau non ha convinto né per ritmo né per idee, confermando che il cammino verso i Mondiali sarà ancora lungo e tortuoso.
Numeri positivi, ma ingannevoli
Con sei vittorie di fila, l’Italia firma un piccolo record: mai prima d’ora gli Azzurri avevano infilato una striscia simile nelle qualificazioni. Gattuso, inoltre, è diventato il terzo Ct della storia – dopo Edmondo Fabbri e Azeglio Vicini – a vincere le sue prime cinque partite.
Numeri che, però, vanno letti con cautela. Finora la Nazionale ha affrontato solo avversarie di basso livello: Israele, Estonia e Moldavia, tutte sconfitte senza entusiasmare. E anche in caso di settima vittoria, i playoff di marzo restano inevitabili, perché la differenza reti rispetto alla Norvegia è ormai incolmabile.
Scamacca, Zaccagni e Orsolini deludono
Il turnover scelto da Gattuso non ha pagato. Scamacca, chiamato a guidare l’attacco, è apparso evanescente e privo di cattiveria, mentre Zaccagni e Orsolini, brillanti nei rispettivi club, non sono riusciti a incidere. La reazione è arrivata solo nel finale, quando i subentrati hanno dato più energia a un gruppo apparso spento e privo di intensità.
La rabbia di Gattuso
A fine gara, il Ct non ha nascosto la frustrazione. Non tanto per la prestazione, quanto per le contestazioni dei tifosi azzurri presenti sugli spalti: “Mi ha fatto male sentire certe parole. Sentir dire ‘andate a lavorare’ ai miei ragazzi è una vergogna. Questa è la prima Italia che vince sei partite di fila in qualificazione: raggiungeremo il nostro obiettivo, ne sono sicuro.” Un messaggio diretto, che racconta il nervosismo di un gruppo sotto pressione e la difficoltà di ricucire il rapporto con una tifoseria disillusa.
Ora la Norvegia, primo vero esame

Domenica sera a San Siro l’Italia affronterà la Norvegia già qualificata. Gli scandinavi festeggeranno l’accesso diretto al Mondiale dopo 27 anni, mentre gli Azzurri, anche vincendo, saranno costretti ai playoff per la terza volta consecutiva. Le ultime due esperienze – Svezia 2017 e Macedonia del Nord 2022 – sono ancora ferite aperte La sfida con Haaland e compagni sarà il primo vero banco di prova della gestione Gattuso: un test di maturità per misurare il reale valore di una squadra che deve ancora dimostrare di essere all’altezza delle grandi notti.
