In partite così serve un fuoriclasse, qualcuno che sappia prendersi la scena e accendere la squadra. Kevin De Bruyne ha fatto esattamente questo: il rigore trasformato con freddezza non è solo un gol, ma la dimostrazione che il Napoli ha trovato il suo faro tecnico. Ogni pallone passa dai suoi piedi, ogni scelta offensiva porta la sua impronta. L’arrivo del belga, al netto di una carriera già scritta, sembra aver dato agli azzurri una nuova identità: più internazionale, più autorevole.
Hojlund, la rinascita attesa
Accanto a lui, un ragazzo che cercava la serata della svolta: Rasmus Hojlund. Il danese è tornato a segnare in Serie A dopo oltre ottocento giorni, cancellando con un colpo solo mesi di silenzi e difficoltà. Il suo movimento in profondità e la freddezza sotto porta hanno raccontato di un centravanti che può diventare un riferimento stabile nell’attacco di Conte. Non solo il gol, ma la presenza costante, i duelli fisici, la disponibilità a sacrificarsi: segnali che parlano di un giocatore rigenerato.
Beukema, la sorpresa che completa la festa
Il 3-0 firmato da Sam Beukema è la fotografia di una squadra che non vive solo di stelle. Il difensore olandese, già decisivo in altre occasioni, ha trovato la rete sugli sviluppi di un corner, premiando un’azione corale e la forza di un gruppo che sa colpire anche dai dettagli. Per Conte è la prova che tutti sono dentro al progetto, titolari e non.
La reazione della Fiorentina
La Fiorentina non è rimasta a guardare: orgoglio e carattere l’hanno portata a riaprire il match con Ranieri, abile a sfruttare un pallone vagante in area. Ma è stato più un sussulto che un reale tentativo di rimonta. I viola hanno pagato l’avvio disastroso e la fragilità difensiva, che li ha resi vulnerabili agli attacchi azzurri.
Conte, un’impronta chiara
Il vero protagonista invisibile resta Antonio Conte. La sua squadra parte sempre a mille, mette pressione, segna presto e poi gestisce. A Firenze lo spartito è stato eseguito alla perfezione: rigore conquistato, raddoppio immediato, controllo a centrocampo e colpo del ko nella ripresa. I cambi hanno solo confermato la profondità della rosa e la capacità di mantenere alta la concentrazione fino all’ultimo minuto.
Una vittoria che pesa
Il 3-1 del Franchi non è un risultato qualsiasi: è un messaggio. Il Napoli c’è, è organizzato, ha i suoi leader e le sue certezze. In una Serie A che promette equilibrio, gli azzurri si sono presi il lusso di comandare sul campo di una rivale scomoda, mostrando non solo qualità ma anche mentalità.
Per la Fiorentina resta l’amarezza di una partita nata male e aggiustata troppo tardi. Per il Napoli, invece, resta la sensazione di avere imboccato la strada giusta: quella che porta a competere fino in fondo.