Un pomeriggio complicato si trasforma in una prova di forza. Al Maradona il Napoli reagisce allo scivolone con il Milan e supera il Genoa 2-1: sotto per il colpo di tacco di Ekhator al 34’, gli azzurri cambiano passo nella ripresa e la girano con il colpo di testa di Anguissa (57’) e il tap-in di Højlund (75’). Tre punti di carattere che riportano la squadra di Antonio Conte al comando, a quota 15, in scia alla Roma e con il segnale – forte – di una capolista che sa soffrire e rialzarsi.
La svolta dalla panchina: De Bruyne e Spinazzola accendono il Maradona
Per un tempo il Napoli fatica: turnover che non ingrana, scelte coraggiose (centrocampo “da scudetto” rispolverato, Neres a sinistra) ma manovra lenta, prevedibile, campo con pochi strappi. L’intervallo porta l’aggiustamento chiave: De Bruyne entra e alza qualità e profondità tra le linee; Spinazzola dà ampiezza, gamba, traversoni. L’inerzia cambia. Arriva l’1-1 con la terza linea di corsa di Anguissa che stacca al centro dell’area, poi un palo di Di Lorenzo a preludio del sorpasso: sul destro del camerunese Leali respinge corto, Højlund è più lesto di tutti e firma il 2-1 sotto la Sud.

Il Genoa di Vieira, ordinato e ficcante in ripartenza (splendida la giocata di Norton-Cuffy sull’1-0), abbassa inevitabilmente il baricentro sotto l’ondata azzurra. Nel finale Conte richiama gestione e compattezza: pressione alta solo a tratti, linee strette, duelli vinti in mezzo. Fischio lungo, rimonta completata e ferita con il Milan già rimarginata.