Alla continassa la settimana che porta a Fiorentina–Juventus prende una piega diversa dal solito. Da una parte c’è Dusan Vlahovic, frenato da un nuovo problema muscolare che lo rende tutt’altro che certo di partire dal 1’. Dall’altra c’è Lois Openda, che oggi rientra stabilmente in gruppo dopo gli impegni con il Belgio e vede aprirsi davanti a sé la porta che finora era rimasta socchiusa: quella di una maglia da titolare da centravanti unico in una partita che pesa.
La sosta per le Nazionali non gli ha regalato il rilancio che sperava, ma non ha neppure chiuso i conti. L’attaccante belga torna a Torino con qualche minuto sulle gambe, nessun gol ma una condizione in crescita. Tanto basta per trasformare la sfida del Franchi in un possibile crocevia della sua stagione e, di riflesso, di quella della Juventus.
Il fastidio muscolare accusato da Vlahovic nei giorni scorsi rende complicata l’ipotesi di una sua presenza dall’inizio. Al massimo, ad oggi, il serbo sembra candidato alla panchina, pronto a subentrare solo in caso di necessità. È un dettaglio che cambia tutto, perché nelle gerarchie interne il numero 9 resta il riferimento assoluto, ma l’eventuale esclusione dall’undici apre inevitabilmente il campo alla concorrenza di Openda e Jonathan David.
Openda–David, il ballottaggio e un viaggio che pesa

Nel ragionamento di Luciano Spalletti, il ballottaggio è chiaro: in assenza di Vlahovic, la scelta ricade su Openda o David. Due attaccanti arrivati a Torino con aspettative altissime e che, fin qui, hanno faticato a mantenere le promesse. Entrambi sono usciti dalla pausa per le Nazionali senza gol, ma non nelle stesse condizioni.
David, con il Canada, ha giocato di più, accumulando minuti, responsabilità e soprattutto un viaggio intercontinentale dagli Stati Uniti che inevitabilmente lascia scorie in termini di fatica e recupero. Openda, al contrario, ha avuto un impiego più gestito e un rientro meno pesante sul piano logistico. Dettagli che in una settimana corta possono pesare quanto un allenamento ben fatto o una rifinitura convincente.
Spalletti dovrà tenere insieme tutto: la condizione fisica, la lucidità mentale, la capacità di reggere un San Franchi che non perdona, ma anche la necessità di sbloccare una situazione offensiva in cui, finora, né Openda né David hanno davvero preso in mano la scena bianconera. È anche per questo che il tecnico valuta con attenzione il profilo del belga: più verticale nelle corse, più istintivo negli attacchi alla profondità, potenzialmente devastante se ritrova fiducia.
Zero gol con la Juve e un digiuno che dura da sette mesi

C’è però un dato che pesa come un macigno: Lois Openda non ha ancora segnato con la maglia della Juventus. Da quando è sbarcato a Torino, nell’ultimo giorno di mercato, il suo rapporto con il gol è rimasto congelato. Nessuna esultanza, poche vere occasioni, la sensazione di un giocatore rimasto sospeso tra l’attesa di esplodere e la paura di sbagliare.
I numeri raccontano una storia chiara: 379 minuti complessivi, distribuiti in 10 presenze, in gran parte spezzoni. Con Spalletti una sola vera occasione da titolare, a Cremona, nel debutto del nuovo allenatore: in quell’occasione il belga venne utilizzato da seconda punta, alle spalle di Vlahovic, più chiamato a muoversi tra le linee che a vivere stabilmente in area di rigore. A Firenze, invece, lo scenario sarebbe radicalmente diverso: Openda verrebbe schierato come riferimento centrale, responsabilità piena del ruolo e pressione massima sulla sua capacità di trasformare le poche palle pulite che la squadra gli offrirà.
Il problema, però, non è nato a Torino. Il digiuno si porta dietro la coda lunga della scorsa stagione: l’ultimo gol ufficiale del belga risale all’11 aprile, in Bundesliga, contro il Wolfsburg. Da allora sono passati sette mesi, tante partite, diversi contesti e nessuna rete, né con il club né con la Nazionale. È un’astinenza che non riguarda solo le statistiche, ma tocca la testa, la fiducia, il modo in cui un attaccante entra in campo.
Per questo, paradossalmente, la partita del Franchi può diventare molto più di un semplice turno di campionato: può essere l’inizio di un nuovo capitolo. Se Spalletti deciderà di affidargli la Juventus senza Vlahovic, Openda non avrà più alibi. Sarà lui, da solo, al centro dell’attacco. E un gol a Firenze potrebbe valere ben più di tre punti: potrebbe segnare la fine di un tunnel lungo sette mesi e l’inizio, finalmente, della sua vera avventura bianconera.




