L’appuntamento è chiaro, l’Olimpico ospita Roma e Como per la quindicesima giornata di campionato, una serata che profuma di strategia oltre che di punti in classifica. La collocazione temporale e la posta in palio trasformano la partita in una prova di carattere per entrambe: da una parte Gasperini che vuole ridare ritmo e solidità dopo scossoni recenti, dall’altra Cesc Fàbregas che continua a proporre un Como propositivo e in grado di mettere in difficoltà anche club di spessore.

Le scelte di Gasperini e Fabregas tra moduli e assenze
Gasperini scegli il solito 3-4-2-1 con la struttura a tre dietro che diventa la base del suo controllo del campo: Svilar tra i pali, una coppia centrale fatta di Hermoso e Mancini affiancata da Ndicka, mentre la linea di mezzo si compatta con Cristante e Koné che offrono dinamismo e protezione; sulle fasce, Tsimikas e Wesley vivono da spinta più offensiva mentre Soulé e Pellegrini agiscono tra le linee per alimentare Dybala, riferimento offensivo. La notizia che condiziona la costruzione è la squalifica di Celik, assenza che priva Gasperini di una traccia naturale sulla fascia destra e costringerà la Roma a ricercare soluzioni diverse per mantenere equilibrio difensivo e ampiezza offensiva.
Il Como risponde con il 4-2-3-1 che ha dato equilibrio nelle ultime uscite: Butez figura di sicurezza tra i pali, la coppia difensiva centrale con Diego Carlos e il giovane Smolcic mette fisico e capacità di uscita palla, mentre Ramon e Valle garantiscono corsa sulle fasce; il doppio mediano Caqueret–Da Cunha cerca di schermare la linea difensiva e di collegare con il trio alle spalle dell’unica punta, dove Nico Paz e Jesus Rodríguez interpretano il ruolo di creatori per Douvikas. La presenza di un regista basso come Caqueret significa che Como può gestire il possesso senza subire l’alta pressione della Roma se gli spazi vengono occupati con disciplina.
Transizioni e ampiezza come chiave tattica del match
La partita si gioca sulle transizioni e sull’uso delle fasce. Gasperini, con la sua triade difensiva a volte asimmetrica, ama costruire dal basso usando i centrali per aprire verso i terzini/ali che tagliano dentro; senza Celik la Roma perde un sincronismo naturale sul lato destro, e dovrà perciò affidarsi a meccanismi a rotazione: un centrocampista che scivola a destra, un esterno che accorcia e l’inserimento di Soulé o Pellegrini per dare luce alle combinazioni corte.
Il Como cerca proprio di sfruttare questa vulnerabilità: con Caqueret che ordina i tempi e Da Cunha che porta aggressività, gli esterni Addai e Valle possono sovrapporsi quando il quarto difensore romanista non scivola correttamente. Il ruolo di Nico Paz è cruciale: la sua capacità di attaccare metà campo con inserimenti e passaggi filtranti obbliga la Roma a non concedere troppi metri tra i reparti.
Pressing, raddoppi e duelli che cambiano la partita
Gasperini userà un pressing variabile: momenti alti per strappare il possesso nella trequarti avversaria alternati a fasi di blocco medio-basso. La sfida chiave sarà il duello tra i centrali del Como e i movimenti di Dybala: se i centrali non salgono di un tempo, l’argentino avrà spazio per suggerire; se salgono, la Roma potrà giocare lungo sulle mezzeali.
Il Como proverà a pressare a uomo i perni di costruzione (Hermoso e Mancini), cercando di interrompere la catena del possesso avversaria. Il 4-2-3-1 permette raddoppi strutturati su Soulé e Pellegrini quando provano la ricezione tra le linee.
Nel non possesso la Roma dovrà guardare soprattutto agli esterni del Como che cercano l’uno-due con il trequartista. L’assenza di Celik impone una responsabilità maggiore ai centrocampisti: Cristante agirà come buffer davanti alla difesa, con Tsimikas e Wesley pronti a ribaltare l’azione. La disposizione a tre copre bene il campo in verticale, ma richiede attenzione sulle diagonali.
Il Como invece dovrà difendere compatto e non concedere mai il lato forte a Dybala. La disciplina del doppio mediano sarà fondamentale per resistere alle rotazioni interne della Roma, mentre le ripartenze verticali verso Douvikas rappresentano una delle armi principali.
Gasperini può sfruttare Soulé e Pellegrini come connettori centrali, variando la costruzione tra fasce e centrocampo. Le soluzioni dalla panchina potrebbero essere decisive soprattutto per coprire la mancanza di Celik o per cambiare ritmo nella ripresa.
Fabregas punterà sulla solidità del 4-2-3-1, su Nico Paz tra le linee e sull’imprevedibilità di Jesus Rodríguez. Ogni palla inattiva sarà un’occasione pesante: due squadre ordinate e con equilibri sottili spesso decidono il risultato sui dettagli.
Una partita che vivrà sul filo delle letture e del coraggio
La sfida si deciderà su chi saprà leggere meglio i momenti e gestire le transizioni. La Roma, nel suo 3-4-2-1, cercherà di sfruttare la qualità tra le linee e le connessioni rapide verso Dybala, mentre il Como punterà sull’ordine del 4-2-3-1 e sulle verticalità che possono sorprendere una difesa giallorossa obbligata a sincronismi perfetti.
Il confronto tra Cristante-Koné e la coppia Caqueret–Da Cunha sarà il termometro del match: da lì passeranno ritmo, equilibrio e possibili strappi. In un Monday Night così tattico, chi unirà coraggio e lucidità avrà la chiave per indirizzare una partita più aperta di quanto dica la carta.





