Il copione, purtroppo per la Roma, è sempre lo stesso. Davanti alle big, la squadra di Gasperini continua a sciogliersi proprio quando servirebbe mordere. Contro il Napoli, più che una sconfitta, è arrivata una prestazione che non ha mai dato la sensazione di potersi indirizzare dalla parte giallorossa. Zero pericoli veri, un lampo isolato di Baldanzi nel finale e la sensazione, palpabile, che il divario non fosse casuale. Il sogno Scudetto resta un pensiero distante, più letterario che calcistico. La classifica, però, continua a proteggere la Roma e il quarto posto rimane un obiettivo concreto, nonostante il rumore assordante delle crepe.

Numeri impietosi: 27 punti in 28 scontri diretti
Dal 2023-2024 ad oggi, la Roma ha ottenuto 27 punti in 28 partite contro le concorrenti dirette. Una media che non appartiene a una squadra di vertice. Una media che pesa come un macigno. Sei vittorie, nove pareggi e tredici sconfitte, compresa quella di ieri contro la squadra di Conte. Peggio della Roma, in questa speciale classifica, non c’è nessuno tra le big: persino la Lazio, spesso accusata di fragilità nei grandi appuntamenti, è avanti a quota 31. Un trend psicologico prima ancora che tattico, un filo che Gasperini ha provato a tagliare senza riuscirci del tutto. “Peggio di così non possiamo fare”, ha detto il tecnico. Una frase cruda, ma che fotografa la situazione: la Roma, quando il livello si alza, tende ancora a scomparire.

Un attacco che non punge e problemi strutturali
Il deficit negli scontri diretti cammina di pari passo con un altro fantasma: l’incapacità di incidere in avanti. Nelle quattro sconfitte di campionato i giallorossi non hanno mai segnato, e la produzione offensiva dei centravanti è un rebus che nessuno è ancora riuscito a decifrare.
Ferguson ha sprecato un’occasione enorme anche contro il Napoli: un solo gol in tre mesi e mezzo è un dato che parla da solo. Il compagno di reparto ha fatto appena meglio, e resterà fuori fino al match col Genoa del 29 dicembre. Il miglior realizzatore, Matías Soulé, è fermo a cinque reti ma contro il Napoli è apparso stanco, quasi spremuto.
Il giudizio sul mercato estivo, poi, è impietoso: il tanto ricercato esterno sinistro non è arrivato, e la scelta di ripiegare su Leon Bailey si sta rivelando un errore pesante. L’ex Aston Villa ha saltato metà delle partite e quando è sceso in campo non ha mai inciso.

Zirkzee resta la priorità: la Roma cerca un’ancora
Il nome che Gasperini ha messo in cima alla lista dei desideri resta uno solo: Joshua Zirkzee. L’olandese è stata la prima richiesta formulata a Dan Friedkin nell’incontro di ottobre, e i contatti tra Massara e l’entourage del giocatore vanno avanti da settimane. La disponibilità del giocatore a tornare in Italia non è un mistero, ma lo United dovrà aprire al prestito con diritto di riscatto perché l’operazione possa davvero vedere la luce. Intanto ieri Zirkzee ha ritrovato il gol con i Red Devils, otto mesi dopo l’ultima volta: un messaggio al suo allenatore Amorim, ma forse anche un segnale alla Roma. Attenzione però alle concorrenti: c’è il West Ham, interessato ma non in grado di rappresentare un reale pericolo. E Massara tiene aperte altre piste: Tel del Tottenham e Franculino del Midtjylland, profili giovani e adattabili al progetto.
Un futuro da ricostruire partendo dalle fondamenta
La Roma resta in piena corsa per la Champions, ma la fotografia è chiara: contro le grandi non basta mai. Serve ritrovare gol, identità e coraggio. Serve un innesto che cambi il volto dell’attacco. Serve che le ambizioni smettano di essere ipotesi e diventino una realtà concreta. Per ora, però, il verdetto è uno solo: la Roma ha un tetto di cristallo, e gli scontri diretti continuano a ricordarle esattamente dove si trova quella soglia.





