La domenica dell’Olimpico si chiude con una sorpresa amara per la Roma: il Torino di Baroni passa 0-1 nella terza giornata di Serie A grazie a un destro a giro di Giovanni Simeone al 59’, in un match intenso e tattico che i giallorossi non riescono a raddrizzare nonostante il forcing nel lungo recupero. Gasperini, che aveva scelto Dybala titolare dal via, è costretto a rinunciare all’argentino all’intervallo; nella ripresa il tecnico prova a cambiare inerzia con Baldanzi, Ferguson, El Shaarawy e Çelik, ma i granata tengono il campo e capitalizzano la giocata del loro centravanti.
Il racconto del match
Avvio bloccato e poche linee di passaggio per la Roma, che si affida a piazzati e seconde palle: Mancini e Hermoso ci provano di testa, Dybala non trova la misura su punizione, mentre il Toro punge in transizione con Vlasic e Simeone. Dopo lo 0-0 dell’intervallo, la gara si accende: Wesley finisce sul taccuino di Ayroldi per una ripartenza fermata fallosamente, Baldanzi e Ferguson provano a dare ritmo ma al 59’ arriva l’episodio che spacca la partita. Ricezione al limite di Simeone, controllo a rientrare e destro morbido che si insacca sul secondo palo: è il gol che vale lo 0-1. La Roma reagisce, alza il baricentro e crea due occasioni con Soulé – un mancino a giro che sfiora il palo e un controbalzo ad alto coefficiente di difficoltà – ma trova sulla sua strada Israel, bravo anche sul colpo di testa di Pisilli nel maxi recupero. Dall’altra parte Svilar tiene vivi i suoi con due interventi pesanti su Aboukhlal e Vlasic, evitando il raddoppio granata. Non basta: al triplice fischio il Torino porta via i tre punti e la Roma incassa il primo stop della gestione Gasperini a una settimana dal derby.
Per la Roma restano solidità difensiva a tratti e una capacità di pressione nel finale che, stavolta, non si è tradotta in gol. La precisione nell’ultimo passaggio e la gestione delle transizioni restano temi da risolvere prima della Lazio. Il Torino ritrova fiducia, compattezza e un Simeone decisivo nei momenti che contano: tre punti pesanti, identità più chiara e classifica che sorride.