Conte, vigilia di fuoco: “Smettiamola col bicchiere mezzo vuoto”. Il Napoli vuole blindare l’Europa contro l’Eintracht

Redazione
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Alla vigilia di Napoli–Eintracht Francoforte al Maradona, Antonio Conte alza il volume: difende il gruppo, rivendica la vetta e chiede un ambiente compatto. “Il Napoli che lotta in alto dà fastidio: restiamo uniti”.

Nel lunedì che conduce alla quarta gara della League Phase di Champions, lo Stadio Maradona torna palcoscenico e termometro emotivo. Quando? Domani sera. Dove? A Fuorigrotta. Chi? Il Napoli di Conte contro l’Eintracht Francoforte. Cosa c’è in palio? Punti pesanti per indirizzare il pass europeo. Perché tanta tensione? Perché la sconfitta di Eindhoven ha lasciato scorie e l’allenatore, stavolta, sbatte il pugno sul tavolo per proteggere il gruppo e riposizionare la narrativa.

“Siamo primi: contano le vittorie”

Il Conte-pensiero arriva netto, senza fronzoli. Il tecnico rifiuta l’ossessione statistica e il rumore di fondo: “Basta cercare il difetto: contano i tre punti”. Sottolinea come, nonostante assenze e inciampi, la squadra abbia tenuto la rotta e rivendica la classifica come risposta più credibile alle critiche. La sua bussola è pratica: equilibrio, gestione dei momenti, concretezza sotto porta. Se servono più gol? Per lui la priorità è vincere, anche sporco, finché il quadro tecnico non tornerà completo.

Il messaggio alla piazza: compattezza, non illusioni

Nel mirino del tecnico non ci sono i tifosi, ma il clima attorno: “Il Napoli che lotta per le prime posizioni dà fastidio”. Conte chiede alla città di tappare le orecchie alle aspettative gonfiate e ai veleni di contorno: unità di intenti, sostegno allo spogliatoio, fiducia nel percorso. L’appello è chiaro: ambiente compatto oggi, per sognare domani.

Il contesto tecnico (senza alibi)

Dopo il tracollo in Olanda, il Napoli ha riallineato la rotta in campionato e cerca in Europa la prestazione identitaria: linee corte, pressione coordinata, ampiezza sfruttata con criterio. Conte non sposta l’asticella: solidità prima dell’estetica, strappi negli ultimi trenta metri, gestione lucida dei tempi gara. La parola d’ordine è maturità.