Nel lunedì che conduce alla quarta gara della League Phase di Champions, lo Stadio Maradona torna palcoscenico e termometro emotivo. Quando? Domani sera. Dove? A Fuorigrotta. Chi? Il Napoli di Conte contro l’Eintracht Francoforte. Cosa c’è in palio? Punti pesanti per indirizzare il pass europeo. Perché tanta tensione? Perché la sconfitta di Eindhoven ha lasciato scorie e l’allenatore, stavolta, sbatte il pugno sul tavolo per proteggere il gruppo e riposizionare la narrativa.
“Siamo primi: contano le vittorie”
Il Conte-pensiero arriva netto, senza fronzoli. Il tecnico rifiuta l’ossessione statistica e il rumore di fondo: “Basta cercare il difetto: contano i tre punti”. Sottolinea come, nonostante assenze e inciampi, la squadra abbia tenuto la rotta e rivendica la classifica come risposta più credibile alle critiche. La sua bussola è pratica: equilibrio, gestione dei momenti, concretezza sotto porta. Se servono più gol? Per lui la priorità è vincere, anche sporco, finché il quadro tecnico non tornerà completo.
Il messaggio alla piazza: compattezza, non illusioni
Nel mirino del tecnico non ci sono i tifosi, ma il clima attorno: “Il Napoli che lotta per le prime posizioni dà fastidio”. Conte chiede alla città di tappare le orecchie alle aspettative gonfiate e ai veleni di contorno: unità di intenti, sostegno allo spogliatoio, fiducia nel percorso. L’appello è chiaro: ambiente compatto oggi, per sognare domani.
Il contesto tecnico (senza alibi)
Dopo il tracollo in Olanda, il Napoli ha riallineato la rotta in campionato e cerca in Europa la prestazione identitaria: linee corte, pressione coordinata, ampiezza sfruttata con criterio. Conte non sposta l’asticella: solidità prima dell’estetica, strappi negli ultimi trenta metri, gestione lucida dei tempi gara. La parola d’ordine è maturità.



