L’Atalanta non è più imbattuta. Allo BluEnergy Stadium arriva la prima sconfitta stagionale per la squadra di Ivan Juric, battuta 1-0 da un’Udinese compatta, aggressiva e trascinata da Nicolò Zaniolo, autore del gol decisivo. L’ex romanista, rinato in Friuli, ha punito una Dea irriconoscibile, incapace di reagire e di imporre il proprio gioco. Dopo cinque pareggi consecutivi, la squadra nerazzurra scivola fuori dalla zona Europa e mostra segnali preoccupanti di involuzione tattica e mentale.
Per la prima volta dopo mesi, la sensazione è quella di una formazione svuotata: poca intensità, idee confuse e troppi errori individuali. L’Udinese, invece, ha vinto meritatamente, confermando di aver ritrovato energia e personalità sotto la guida di Runjaic.
Atalanta spenta e sterile: crisi di gioco e gol che pesa
Il problema è davanti: nelle ultime sei giornate la Dea ha segnato appena quattro gol, una media da squadra di bassa classifica. Anche contro l’Udinese, nessuna conclusione nello specchio nonostante il 62% di possesso palla. Scamacca isolato, Sulemana e Samardzic evanescenti, De Ketelaere nervoso: il quadro offensivo è quello di una squadra senza riferimenti.
La crisi non è solo nei numeri ma nell’atteggiamento: mancano intensità, pressing e sincronismi, tratti distintivi dell’Atalanta delle ultime stagioni. Juric, nel tentativo di ruotare uomini e dare freschezza, ha smarrito equilibrio e certezze.
Juric ammette: “Abbiamo sbagliato tutto”
A fine partita, Juric non ha cercato alibi: “Prestazione completamente sbagliata. Non siamo mai entrati in partita, né con la testa né con le gambe. Oggi non c’è nulla da salvare”. Il tecnico croato ha difeso la scelta di cambiare cinque titolari rispetto al pari col Milan, ma ha ammesso che “le rotazioni non hanno funzionato” e che la squadra è apparsa “spenta come mai prima”. Un richiamo forte, che suona come un ultimatum: “Serve una reazione immediata, non possiamo permetterci altri passi falsi”.
Identità smarrita e panchina sotto osservazione
L’Atalanta appare confusa e fragile: senza De Roon, il centrocampo ha perso compattezza e leadership; dietro Zalewski e Pasalic faticano, davanti manca l’incisività dei tempi migliori. Juric si trova ora davanti a un bivio: tra pochi giorni la sfida di Champions col Marsiglia e poi il campionato contro il Sassuolo, due gare che possono cambiare il corso della stagione.
Per la Dea, l’imbattibilità non è più un vanto: è diventata un ricordo. Quello che resta, ora, è un campanello d’allarme che suona forte a Bergamo, perché il modello Atalanta, fatto di ritmo, coraggio e gioco, sembra essersi fermato a Udine.



