L’inchiesta sulle plusvalenze continua a produrre effetti, anche a distanza di anni. Nella serata di venerdì 19 dicembre la Procura Federale della FIGC ha notificato un deferimento ufficiale all’Udinese, chiamando in causa anche due suoi dirigenti: Stefano Campoccia e Franco Collavino. Al centro della vicenda c’è l’operazione che nel 2018 portò Rolando Mandragora dalla Juventus al club friulano, un trasferimento che oggi viene riletto sotto una nuova luce contabile e regolamentare.
L’operazione del 2018 torna sotto la lente
I fatti risalgono a sei anni fa, ma la loro eco non si è mai davvero spenta. L’operazione Mandragora era già stata esaminata nell’ambito del primo filone dell’inchiesta plusvalenze, con una sanzione patteggiata dalla Juventus. La riapertura delle indagini nel 2022 ha però riattivato l’attenzione anche sull’altra parte coinvolta nell’affare. Secondo la Procura Federale, al momento della cessione definitiva del centrocampista alla Udinese sarebbe stata concordata una pattuizione diversa rispetto a quella formalmente depositata nei documenti ufficiali. Un dettaglio che, se confermato, configurerebbe una violazione delle norme federali.
Le contestazioni della Procura Federale
Nel comunicato diffuso dalla FIGC vengono chiariti i punti chiave dell’accusa. In sintesi, l’ipotesi è che l’operazione sia stata strutturata in modo da produrre benefici contabili e fiscali per il club friulano su più esercizi di bilancio. In particolare, la Procura contesta il passaggio da una opzione di riacquisto fissata a 26 milioni di euro a un obbligo di riscatto esercitato nell’ottobre 2020 per 10,7 milioni, una differenza sostanziale che avrebbe inciso sui bilanci chiusi tra il 2019 e il 2021.
La posizione dell’Udinese: “Sorpresi dal deferimento”
Dal club bianconero filtra sorpresa per la decisione della Procura Federale. L’Udinese, attraverso una nota, ha fatto sapere di accogliere il deferimento con stupore, ribadendo la correttezza del proprio operato e riservandosi di difendersi nelle sedi competenti. Ora la parola passa agli organi di giustizia sportiva. Il procedimento dovrà chiarire se quanto contestato rappresenti davvero un’elusione delle norme federali o se l’operazione Mandragora rientri nella fisiologia di un mercato che, negli anni, ha spesso camminato sul filo sottile tra valutazioni sportive e logiche di bilancio. Una cosa è certa: il capitolo plusvalenze, almeno per ora, non può ancora considerarsi chiuso.




