Il calcio inglese è sotto shock. Destiny Udogie, difensore del Tottenham Hotspur e punto fermo della Nazionale italiana, è il calciatore minacciato con una pistola da un agente sportivo lo scorso settembre.
Una vicenda drammatica, tenuta riservata per settimane, che ora emerge in tutta la sua gravità grazie alle rivelazioni di Fabrizio Romano e del quotidiano britannico The Athletic.
Il Tottenham, informato dell’accaduto, ha espresso piena solidarietà al proprio giocatore, che ,comprensibilmente scosso, sta ricevendo supporto costante dal club e dalla famiglia.
L’episodio: una minaccia armata nel cuore di Londra
Secondo la ricostruzione del Times, i fatti risalgono al 6 settembre e si sono verificati nella zona di Cockfosters Parade, Barnet, a nord di Londra. La Metropolitan Police è intervenuta dopo la segnalazione di un uomo sulla ventina minacciato con un’arma da fuoco. Quell’uomo era proprio Udogie, che si trovava nei pressi del luogo dell’incontro con un noto agente calcistico.
Gli inquirenti hanno accertato che la minaccia non era frutto di un malinteso, ma di un vero e proprio atto di intimidazione e presunta estorsione. Il sospettato, un agente sulla trentina rappresentante di diversi calciatori di Premier League, avrebbe puntato la pistola contro il giocatore durante una discussione privata.
L’arresto e l’indagine della polizia
Pochi giorni dopo, l’8 settembre, la polizia britannica ha arrestato un uomo di 31 anni con l’accusa di possesso di arma da fuoco con intento criminoso, estorsione e guida senza patente. “Gli agenti hanno parlato con la vittima e, nel corso delle indagini, è emerso che anche un altro uomo sarebbe stato minacciato dallo stesso individuo”, si legge nel comunicato della Metropolitan Police.
L’arrestato è stato rilasciato su cauzione, ma l’indagine resta aperta. Nessuno dei due giocatori coinvolti ha riportato ferite fisiche, ma l’impatto psicologico è stato significativo.
Il sostegno del Tottenham e la vicinanza della squadra
Fonti interne al club londinese confermano che Udogie, pur scosso dall’accaduto, è tornato ad allenarsi dopo qualche giorno di pausa. Il Tottenham lo ha seguito passo dopo passo, garantendogli tutela e assistenza legale.
Anche la Federazione italiana è stata informata dell’episodio, mostrando solidarietà al giocatore.
Secondo quanto riportato dal Sun, il terzino, molto legato alla famiglia e ai compagni, avrebbe affrontato il periodo successivo all’incidente con grande riservatezza, confidandosi solo con poche persone di fiducia.
Un talento minacciato, ma più forte di prima
A 22 anni, Udogie è uno dei prospetti più promettenti del calcio italiano. Il suo percorso, dal vivaio dell’Udinese alla Premier League, lo ha consacrato come uno dei migliori terzini della nuova generazione azzurra.
Questo episodio, che poteva avere conseguenze ben più gravi, rappresenta una pagina dolorosa della sua carriera ma anche una dimostrazione della sua forza d’animo.
Oggi il giocatore continua a lavorare con professionalità e silenzio, mentre la giustizia inglese prosegue il suo corso. Il messaggio che arriva da Londra è chiaro: il calcio non può essere ostaggio di minacce o violenza. Il Tottenham, compatto, si stringe intorno a lui. E Udogie, dopo la paura, guarda avanti con la determinazione di sempre.



